Svelare la morte
Nel mondo contemporaneo esiste un colpevole divieto di nominare la morte. Ha scritto, invece, Octavio Paz: "Le sole grandi civiltà sono quelle che riconciliano la vita con la morte. Bisogna che l'idea della morte ritorni nel cuore della vita". Questo trascinante saggio di Fausto Gianfranceschi studia, in forma rapsodica, il senso della morte e il suo tabù. La morte come fondamento della ricerca dei limiti naturali altro non è che il compimento della vita. Fare della morte un tabù sconveniente, sconsacrare la morte, circoscrivere diabolicamente la morte nell'ambito dell'inesistenza, ridurla ad una probabilità o ricorrenza statistica, significa, invece, legittimare il disordine e la violenza. Accettare la morte significa addomesticarla. Disconoscerla signfica renderla selvaggia. Occultando la morte, asserisce l'autore, se ne vuole occultare la forza metaforica. La morte non ha soltanto un significato pauroso; ne ha molti altri. Queste pagine compongono, dunque, non tanto un libro sulla morte, quanto un libro sulla vita.
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Edizione:2
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Anno edizione:2023
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