Tette. Una plastica storia d'amore - Flor Canosa - copertina
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Tette. Una plastica storia d'amore
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Descrizione


La parola seno ha almeno undici definizioni. È una funzione matematica, è la relazione tra uno dei cateti e l’ipotenusa, è lo spazio tra le volte architettoniche, la parte interna di qualcosa, un golfo che si affaccia sul mare, una concavità ed è, ovviamente, una tetta. Tutti i mammiferi sono dotati di tette che svolgono differenti funzioni. La funzione che svolgono le mie è quella di complicarmi la vita. "È un romanzo solo apparentemente semplice, questo Tette. Leggero, schietto, divertente". (Susanna Schimperna)

Dettagli

20 ottobre 2025
152 p., Brossura
9788885798557

Valutazioni e recensioni

  • beatriz
    un romanzo sorprendente e irriverente

    Tette è la storia ironica e spregiudicata di Julia che, dopo il divorzio, si trova a dover fronteggiare tutta una serie di difficoltà. L'ex marito rivuole indietro i soldi che aveva pagato per gli impianti mammari (voleva una moglie supersexy). Dopo tante peripezie Julia ha un'idea geniale che non rivelò ma che ci presenta una galleria di personaggi maschili in gran parte meschini e imbarazzanti. Alla fine l'amore trionfa e il romanzo si fa leggere con piacere e consente di apprezzare una Buenos Aires convulsa e contemporanea come non mai.

  • giordano
    una storia argentina

    "Tette, Una plastica storia d'amore" della scrittrice argentina Flor Canosa, nelle prime pagine può sembrare un romanzo leggero, scanzonato, irriverente. Semplice. Invece non è questa l'ottica con la quale Julia, la protagonista, guarda al suo dramma grottesco: dover restituire le protesi del seno al proprio ex per una meschina ritorsione di macho (del tipo mi riprendo di te la cosa migliore che io ti abbia dato), nell'ottica della sindrome da Pigmalione, per cui è sempre l'uomo a valorizzare la donna, pregiudizio che spesso accompagna la cultura dell'apparire, della Moda in primis. In realtà il romanzo, come scrive Susanna Schimperna nella postfazione, si presta a una lettura polisemica che attraversa la complessa natura femminina. È scrittura rivolta all'universo dei lettori, che non accusa, che è riscatto e redenzione, sofferenza e cura, il viaggio dell'eroina, romanzo di formazione e di crescita, e tante altre cose, come l'incomunicabilità tra i sessi. Il romanzo si presta benissimo allo sguardo di una scrittura ironica e a tratti spassosa, assumono il meccanismo favolistico delle scarpette di Cenerentola, funzione necessaria a Julia per ritrovare se stessa. Alla fine le favole sono commedie, cominciano coi mostri e finiscono davanti al focolare del vissero felici per sempre. Ci sono prove nella vita da superare, non fosse altro che piacciono le cose non facili, i ragazzi/e cattivi/e, la sregolatezza ("non amavo che mi amassero"). Ma come scrive l'autrice "Questo è amore... La voglia di tornare sempre nello stesso luogo.", così l'accettazione passa attraverso l'apprezzamento del banale, delle piccole cose dei piaceri quotidiani.

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