bello
The infinite wait. Ediz. italiana
Se in £Drinking at the movies. Un anno a New York£ Julia Wertz raccontava le tragicomiche avventure del suo primo anno a New York, in "The infinite wait" racconta buona parte dei suoi primi trent’anni di vita attraverso i mille lavori che ha fatto, i libri e le biblioteche che ha amato e la gravissima malattia autoimmune che l’ha colpita a vent’anni. L’autrice racconta tutte quelle cose che fanno crescere un po’ alla volta: i primi lavoretti da bambina per comprarsi i dolcetti, la scoperta del suo talento da cameriera, le volte che è stata licenziata perché ha fatto casino. I posti in cui ha vissuto, con i momenti belli e quelli brutti, e per ogni città una biblioteca con i libri che l’hanno accompagnata: quelli che contengono mondi da esplorare, quelli in cui cercare risposte quando si hanno domande che non si riescono a fare a voce. E poi il Lupus Sistemico, una malattia che l’ha bloccata in casa per un lungo periodo e che però le ha fatto scoprire i fumetti rendendola quello che è oggi: una delle fumettiste indipendenti americane più amate proprio perché parla di se stessa, con autoironia e senza censura, raccontando con sincerità ogni situazione in cui si è trovata, sia quelle complicate che quelle più comiche o imbarazzanti.
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Autore:
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Traduttore:
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Collana:
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Anno edizione:2018
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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gaia 21 gennaio 2022bello
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Lydia Ferraris 15 novembre 2018
Il titolo, “The infinite wait” è una battuta raffinata tra amici ed è curiosa la scelta di intitolare questa serie divertente di avventure della nostra protagonista con una frase lirica. Questa graphic mi ha regalato sani momenti di ilarità: non si può non ridere per le parolacce, le battute sulle scoregge, i momenti con i barboni, le avventure con gli esibizionisti sui pullman, la convivenza con i due coinquilini hippy e scontroso, la nascita dell’amore con Oliver, il collettivo “Pizza Island” creato con le colleghe fumettiste con cui condivideva l’affitto dello studio, i momenti imbarazzanti con la madre e il padre, la volta in cui ha rubato un libro dalla biblioteca della sua città, e tanti altri momenti. Ma assieme all’ilarità permea la graphic novel anche qualcosa di più profondo: mi ha colpito molto la forza dell’autrice che traspare dalle pagine, la consapevolezza che se non si fosse ammalata non sarebbe mai arrivata a diventare una fumettista. Ma non c’è tristezza o rassegnazione in queste pagine: Julia vive e va avanti per la sua strada, seppur tra mille difficoltà e problemi, senza perdere mai il suo umorismo e la sua autoironia.
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