Thule. Il segno del comando

E’ particolare che un direttore di istituto penitenziario scriva un romanzo ambientato in carcere. Siamo, infatti, negli anni ’70 a Regina Coeli. Il carcere, però, funge solo da sfondo per una vicenda che rinvia al nazismo e, in particolare, all’esoterismo nazionalsocialista. Thule merita di esser letto, per la grande maestria dimostrata dall'autore in questo appassionante romanzo. Un ritmo serrato ed una trama per nulla scontata, i continui colpi di scena, le ambientazioni descritte con ricchezza di particolari e l\'epilogo davvero inaspettato, regalano a tutti gli appassionati del giallo un libro ricco di suspense. E’ da segnalare, però, come, a volte, non sia facile seguire i vari personaggi tra il passato e il presente. In conclusione, per quanto sia l’opera prima di Carlo Brunetti, si tratta di un giallo coinvolgente e da sicuramente consigliare.

Ho acquistato il volume presso una libreria Feltrinelli e in poco tempo mi è stato consegnato. Conosco l'impegno dell'autore in campo penitenziario ed ero curioso di capire cosa avesse realizzato nell'occasione. Devo ammettere che la lettura del romanzo è stata particolarmente piacevole e avvincente. Il fatto, poi, che scriva di carcere un direttore di istituto penitenziario non è cosa da poco. L'atmosfera, infatti, è una componente importante del lavoro fatto da Carlo Brunetti. Insomma una piacevole sorpresa con continui colpi di scena. Bello, infine, che il lettore nei primi capitoli venga condotto dall'autore dal presente al passato e viceversa.