Ottima visione d'insieme di quelli che furono gli anni di piombo in Italia. Diversi testi hanno affrontato il periodo, e quest'ultimo non aggiunge quasi nulla di nuovo, però ha il lodevole pregio di tirare le fila della Storia, attraverso le vicende di tre protagonisti del periodo, mostrando il disegno reazionario che stava dietro le principali stragi neofasciste. Non sempre di scorrevole lettura, è tuttavia un testo rivelatore.
La tigre e i gelidi mostri
Chi ha portato la bomba esplosa in piazza Fontana? E quella in piazza della Loggia a Brescia? Quanti neofascisti erano presenti a Bologna il giorno della strage alla stazione? Quale rete di mandanti e complici ha voluto e favorito le stragi? Non a tutte queste domande è stata data risposta. C’è ancora una parte buia della storia, dicono le sentenze. Ma c’è chi, in queste tenebre, continua a cercare. Gli autori ricostruiscono i giorni e i minuti che hanno preceduto le stragi – le “stragi politiche” – e gli identikit e i nomi, alcuni mai fatti prima, di chi le ha eseguite. E l’ambiente, la trama da cui sono scaturite, che conduce dentro le casematte stragiste e cospirative, negli apparati di Stato italiani e atlantici. Nel fondo nero dell’attacco alla Repubblica, sferrato per lunghi e sanguinosi anni contro la “tigre” del cambiamento, così temuta dai reazionari di ogni tipo, contro l’innovazione sociale e politica e lo sviluppo della democrazia sotto il segno della Costituzione. Due fili incandescenti si snodano. Il filo rosso sangue delle stragi, da piazza Fontana a Bologna, e il filo nero dei colpi di Stato minacciati o tentati ma comunque incombenti. Si compone così una “verità d’insieme”, che arriva ai mandanti e ai responsabili politici della strategia eversiva, figure di assoluto rilievo istituzionale e politico – davvero i “gelidi mostri” di Nietzsche – oltre a funzionari e agenti di apparati chiave dello Stato e alla rete terroristica neofascista. Indagare, scavare nelle stragi e nelle trame, cercare la verità anche oltre le risultanze processuali significa dar conto di cosa sia davvero avvenuto in Italia in quei decenni cruciali la cui ombra si allunga fino a oggi.
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danielepego 03 gennaio 2025Le fila della storia
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Renzo 30 ottobre 2024Nulla di nuovo di importante
Premetto che scrivere del periodo che vide il nostro paese preda di omicidi di esponenti politici, di giornalisti, di docenti e di stragi con vittime a priori sconosciute, non è certo facile. Si tratta di parlare dei cosiddetti anni di piombo, che vanno dal grave attentato del 12 dicembre 1969 nel centro di Milano presso la Banca Nazionale dell’Agricoltura all’orrenda strage del 2 agosto 1980 nella stazione centrale di Bologna. La difficoltà sta nel fatto che benché per molti dei gravi fatti si siano trovati e processati gli esecutori a oggi non si conosce ancora il nome dei mandanti; si mormora che per gli omicidi e le stragi di matrice fascista vi siano dietro gli Stati Uniti, d’intesa con i nostri servizi segreti, mentre è più vaga l’attribuzione per i delitti commessi da extra parlamentari di sinistra, in primis le Brigate rosse. Sembrerebbe quindi che l’Italia dell’epoca fosse diventata un terreno di scontri fra opposte fazioni? No, nulla di tutto questo, ogni colore, nero e rosso, ha mantenuto il paese in uno stato di tensione incredibile, e proprio per questo non è così remota l’idea che dietro tutti questi tragici fatti ci sia un solo burattinaio, capace, a seconda delle circostanze, di far muovere uno o l’altro terrorista. Il libro di Bettin e Dianese, due giornalisti che nelle intenzioni intenderebbero porre fine a tante ipotesi, parlando appunto della strategia della tensione e del ricatto di una certa parte dello Stato allo Stato stesso, invece non riesce a mantenere quello che promette, proprio perché, pur portando a conoscenza circostanze e nomi non così noti afferenti atti delittuosi si ferma a quelli compiuti dagli estremisti di destra, come Ordine nuovo, senza affrontare il problema del terrorismo rosso, che ripeto potrebbe essere collegato, potrebbe avere, con divise diverse, un’unica origine e un unico mandante. Comunque il libro, per quelle ulteriori notizie che vi sono riportate, può costituire motivo di interesse per essere letto.
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