Sarà perché Thomas Mann è uno dei miei autori preferiti ma trovo anche nei suoi romanzi brevi quella incisività, quella disanima delle antinomie di fondo che hanno animato anche i suoi romanzi maggiori , il tutto racchiuso e concluso in poco spazio con una perfezione ammirevole. Il titolo di questo romanzo/ racconto è preso dall’opera di Wagner, Tristano e Isotta , perché al centro della narrazione c’è l’esecuzione pianistica di alcuni movimenti dell’opera con la ripresa quasi letterale di certi passi del libretto. L’azione si svolge in un sanatorio, preludio indubbio di quello più famoso della Montagna Incantata. Anche e soprattutto in quest’ultima opera verranno ripresi e ampiamente trattati quei temi principali che vengono qui prefigurati e cioè la contrapposizione tra la vita artistica, intesa come peccato, diversità e la vita borghese, sinonimo di salute e benessere . C’è poi la raffigurazione di quel particolare eroe decadente che , chiuso nella sua turris eburnea, è convinto di sapere e prevenire i giudizi delle persone intorno a lui. Dolce e sfortunata la protagonista femminile: Gabriella Klöterjahn. Devo aggiungere che l’editore ha avuto l’idea molto bella di aggiungere una parte dedicata all’influenza di Wagner nell’opera di Mann
Tristano. Testo originale a fronte
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Edizione:2
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