Il libro narra la storia di uomini della Maremma negli anni 20 del Novecento. Le vicende narrate si svolgono tutte all'interno di una piccola e limitata area della Toscana. Il racconto risulta, a mio avviso, troppo di nicchia per suscitare l'interesse del lettore: da una parte l'impostazione cronachistica rende la lettura poco coinvolgente, dall'altra si tratta di una storia locale, limitata ad un territorio ben definito. La narrazione non offre uno spunto di riflessione su quello che accade nel resto del territorio italiano negli stessi anni.
Troncamacchioni
Libro finalista del Premio Campiello 2025
«Qui troverete l’epica stracciona dei diseredati che non possono permettersi il lusso delle emozioni interiori, la storia degli ultimi che hanno fatto la storia. I protagonisti di queste pagine, se splendono, è per il quarzo dei loro denti di granito. Se la loro pelle cambia colore, è perché una ferita sanguina come un filone d’ematite. E quando sono vicini fanno scintille, come la pirite quando incontra il nitrato di potassio.»
«Ambientato in Maremma e basato su storie vere, “Troncamacchioni” allarga la letteratura working class al romanzo storico.» - la Repubblica Firenze
Domenico Marchettini, detto il Ricciolo, “facchino propenso alla rissa e al turpiloquio”. Giuseppe Maggiori, taciturno minatore analfabeta. E ancora, Robusto Biancani, ciabattino comunista dall’aria sensibile e sognante, e Albano Innocenti, “fermentatore di disordini”. Personaggi che raramente si incontrano nei libri di storia, se non intruppati in entità collettive e senza volto come “le masse”, “i proletari”, “il popolo”. Sono questi, i loro sodali, le madri, le sorelle, le compagne i protagonisti della novella nera cantata in questo libro. È il racconto di uomini e donne nell’Alta Maremma agli albori del fascismo: anarchici e banditi, disertori e comunisti, tipi arruffati che non hanno avuto la fortuna di trovare davanti a sé una strada dritta e spianata, ma sono stati costretti a farsi avanti “a troncamacchioni” – “tra i lecceti gli scopeti i castagneti e i forteti, col cuore in gola e le labbra spaccate”: perennemente in fuga dall’autorità costituita, dai picchiatori fascisti, dai delatori pronti a vendere il vicino di casa per pochi denari. Lo spirito ribelle di minatori e contadini che non hanno niente da perdere ma non rinunciano a opporsi, a negare il proprio consenso, si fa avanti a colpi di coltello, di bastone, di furore, ma anche di versi in ottava rima improvvisati. E dalle colline della Maremma arriva fino in Francia, in Belgio, in Russia.
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Anno edizione:2024
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Robb 18 agosto 2025Un po' di nicchia
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