E' come se ci fosse una finestra aperta sul mare, respirare la salsedine, vivere la storia e immedesimarsi a tal punto grazie agli innumerevoli dettagli e particolari presenti in questa storia. L'adolescenza e la forte passione per la pesca, un modo anche per sopravvivere, Nicola è la persona da cui apprende molto a riguardo. Non mancheranno righe colme di curiosità, della voglia di scoprire un passato di cui probabilmente è meglio non sapere perché può solo fare male. Una guerra che vive ancora attraverso le voci dei personaggi, mai dimenticata, persone che hanno vinto ma nonostante questo, ancora non hanno capito il senso dell'accaduto. Il segreto di Caia / Hàiele vive attraverso le pagine del libro, vi è il dolore per la perdita del padre in guerra prima della fine delle vacanze. Rivede in quel ragazzo il fantasma del padre e si avvicina molto, come se fosse un appiglio in grado di salvarla, ne percepisce i gesti, gli atteggiamenti, i comportamenti. Incontrarti è stato come il sole che spacca la pelle e l'aspro dello scoglio che indurisce la pianta del piede. Mi hai fatto crescere un'altra buccia sopra la mia, mi hai dato ingresso al mondo chiamandomi tuo. E' un susseguirsi di emozioni e sensazioni tra di loro, un crescendo di delicatezza, gesti particolari, movimenti di mani, sguardi, ferite e lacrime dettate da quell'addio. Ora io voglio che tu parta, che dimentichi, che stia al sicuro in qualche parte del mondo. Non ti chiedo l'indirizzo per scriverti, non ti lascio il mio. Noi ci fermiamo qui, non ci vedremo più. Io devo finire la mia estate, quella che mi ha cambiato i connotati. Me ne andrò presto di casa, di città, rinuncerò a studi, farò qualunque mestiere. In questa estate tu mi hai affrancato. Riesco a vedere la mia vita da un'altura proprio oggi che ti perdo e lo scirocco non fa vedere neanche l'isola difronte. Mi vedo in un laggiù, in una folla che non sarà in festa. Mi vedo laggiù da solo. Si formano parole di rivolta che accecano più di questo vento. E' la scoperta di una guerra che non è mai stata vissuta personalmente e cerca di apprendere da chi gli sta intorno, da chi l'ha sfiorata, da chi l'ha vissuta, da chi l'ha vista con i propri occhi. Insomma è buffo dirlo, ma mi sembra che tu voglia intervenire sul passato per correggerlo. Tu lo critichi con l'intento di cambiarlo, ma non si può. Nemmeno un Dio può più farci niente. E' già molto proteggere il presente dagli sbagli, non fare un male da dover riparare. E' molto anche se non basta: non aver fatto niente di male non risparmia la colpa. In momenti difficili che tu non hai conosciuto e non è detto che debba sperimentarli, in momenti difficili non fare niente di male è diventare complici del male.
