Leggere dei racconti in modo discontinuo così come ho fatto io, non è un problema: proprio perché storie a sè stanti, si possono leggere facendo passare anche alcuni giorni tra l’una e l’altra. Nel mio caso però, è capitato che persino la lettura di uno stesso racconto venisse dilazionata per più giorni, nonostante nessun racconto prenda molte pagine. Questa la premessa, per dovere di obiettività: sono infatti fermamente convinta che nessun libro meriti salti temporali di giorni, il ritmo deve essere piuttosto costante, altrimenti nessuna musica suona bene. Ma entrando nel dettaglio, non posso tacere il mio senso di insoddisfazione a lettura ultimata. Nessun racconto risulta compiuto, tutti si concludono in modo vago, viene affidato al lettore il compito di ipotizzare il seguito, il senso potrei pure dire. Non bastasse questo particolare, per me disturbante, quindi più che sufficiente a determinare un mio giudizio non positivo, tutte le storie sono inquietanti, dure, tragiche. Non sono ingenuamente attratta dal lieto fine, non sono Heidi nè Pollyanna, ma un raggio di sole vorrei pur vederlo dopo una serie ininterrotta di giorni foschi!
