Il libro racconta la vita di un maestro calligrafo coreano, dalla giovinezza, all'incontro e la vita col suo maestro, all'occupazione giapponese fino alla sua morte. Lungo la sua vita il tema principale è il suo rapporto con l'arte e il suo maestro. Come scritto nell'introduzione non sono specificate date temporali, ma seguendo la trama e gli avvenimenti si può capire il periodo storico. Grazie poi a Riotto, che alla fine del libro ci lascia la sua analisi, possiamo avere una lettura differente del significato della storia. La storia ha un significato nascosto, l'analisi dell'arte coreana durante l'occupazione giapponese, la lotta alla sopravvivenza delle tradizioni e anche lo scontro tra arte moderna e arte tradizionale. Vale la pena averlo letto.
L'uccello dalle ali d'oro
Agli inizi della colonizzazione della Corea da parte dei giapponesi (1910-1945), in pieno caos istituzionale, un ragazzo è affidato alle cure di Sŏktam, letterato confuciano e grande maestro di calligrafia e pittura. Si crea così un rapporto fra maestro e allievo che ben presto si rivela problematico: il vecchio letterato, infatti, considera la calligrafia e la pittura il punto d’arrivo di un preciso percorso filosofico interiore, laddove l’apprendista (che poi prenderà lo pseudonimo di Kojuk) interpreta l’arte figurativa come un estemporaneo prodotto della mente guidato solo dal talento innato. In breve, le divergenze si rivelano insanabili e il maestro si ritrova a dover cacciare l’allievo, che a quel punto comincia a vivere da girovago bohémien traendo sostentamento dalle sue pitture. A poco a poco, però, Kojuk comincia a percepire un vuoto interiore sempre più intenso che gli fa capire che l’arte non è solo mercimonio, ma anche e soprattutto tesoro dell’anima: rivalutato così il suo vecchio maestro, Kojuk diventa uno dei massimi pittori del Paese. Il tempo passa, e Kojuk arriva egli stesso alla vecchiaia. Sentendo la morte vicina, comincia allora a fare una spietata autocritica della propria arte e, dopo aver raccolto tutti i suoi dipinti sparsi per il Paese, ordina ai suoi allievi di bruciarli. E sarà proprio nel bel mezzo di quel gesto estremo che Kojuk, ormai definitivamente ravveduto e pentito, poche ore prima della sua morte raggiungerà la propria apoteosi.
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Anno edizione:2025
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LucreziaB 05 novembre 2021Un secondo significato
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