L'ultima traccia

Per ragioni di puro e semplice settarismo (ahimè!) sono sempre in imbarazzo quando non posso dare il massimo delle stelle ad un'autrice, ma prima di tutto l'onestà ... Dunque, questo romanzo va molto bene per i primi due terzi, poi si perde in inutilità e lungaggini, sino a sconfinare nell'assurdo. La mia impressione è che alle autrici/autori venga richiesto più che un romanzo un certo numero di pagine. Con effetti catastrofici, già sperimentati con autori ed autrici di fama internazionale, e che ho smesso di leggere proprio per questa ragione.I poveretti sembrano essere indotti più da ragioni editoriali che da una buona costruzione del loro lavoro creativo, per cui da una (falsa) "necessità" di fare libri sempre più voluminosi, in linea con la cultura del supermercato "prendi tre e paghi due", che se va bene con i pelati non funziona con i romanzi.

La trama della storia è avvincente: che fine ha fatto la povera e sfortunata Elaine Dawson? L'amica Rosanna cinque anni dopo torna a Londra per indagare sulla sua scomparsa e scrivere una serie di articoli su persone sparite senza lasciare traccia, trovando tanti indizi nascosti.... Definire questo romanzo un giallo è decisamente riduttivo. In realtà si tratta di un giallo ad ampio respiro, con tracce di drammi familiari, che rendono la storia molto più interessante. Dapprincipio l’azione sembra disperdersi e spezzettarsi in diversi rivoli, ma poi le varie correnti cominciano a incontrarsi, tessendo una tela ricca di particolari in grado di tenere avvinto il lettore fino alla fine, che chiude la storia con l’ultimo colpo di scena del tutto sconvolgente.

E' un libro avvincente , si legge tutto d'un fiato e come altri altri romanzi della Link, il finale è a sorpresa.