Ultramar. L'invenzione europea del Nuovo Mondo
La Conquista del Nuovo Mondo fu l'opera di un Giano bifronte, un balletto sul filo del cinismo e dell'utopia. Di fronte all'enormità della scoperta, gli europei rimasero letteralmente senza parole. La Natura americana e la Cultura europea sembravano irrimediabilmente incommensurabili. Tutti gli aspetti del Nuovo Mondo richiedevano una definizione appropriata, che le categorie concettuali europee non erano in grado di fornire, se non per approssimazione: l'oceano venne provvisoriamente chiamato 'Mar tenebroso', il puma fu battezzato 'Icone di montagna', gli stessi indigeni furono chiamati 'indios', anche se non si trattava nemmeno lontanamente di abitanti delle Indie. Per 'prendere' il Nuovo Mondo, prima di tutto bisognava 'comprenderlo' e i soli che avessero le parole giuste per farlo, gli stregoni delle nuove terre, erano i giuristi. La cultura giuridica fu insomma il sistema di comunicazione, l'interfaccia tra il Vecchio Mondo medievale e il Nuovo Mondo la cui scoperta inaugurava l'età moderna. Abituati per mestiere ad avere orrore delle approssimazioni, i giuristi iniziarono a distinguere, a discutere, a definire. Questo libro ripercorre la storia di quelle parole e del loro potere demiurgico e distruttivo.
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Anno edizione:2007
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