L'uomo di Calcutta

E' un bel libro, ben scritto, ben ambientato, con i personaggi principali ben definiti, è originale, A me è piaciuto molto, lo consiglio ed anche gli altri della serie del capitano Wyndham

Storia intricata e interessante, in un’ambientazione per me nuova e con un protagonista credibile, non il solito eroe senza macchia e senza paura, ma un poliziotto ostinato che si deve scontrare con la “ragion di Stato” e fa il possibile per convivere con quella e con la sua coscienza. Notevole opera prima, che mi spinge a recuperare i capitoli seguenti

La trama gialla non è particolarmente emozionante e si dipana con qualche lentezza di troppo, ma è apprezzabile lo stile fluido e disinvolto, il dettagliato tratteggio dei personaggi e un protagonista tutt'altro che eroe senza macchia e senza paura: un poliziotto alla sua prima esperienza a Calcutta, dove si trova a lottare con le contraddizioni di una realtà fatta di estremi, i cui precari equilibri rendono faticosa la sua indagine. Ne scaturisce un'accurata descrizione dell'India coloniale dei primi del '900 e di una città poliedrica come Calcutta: ognuno dei numerosi personaggi di contorno, dalle prostitute ai "whallah", dai funzionari corrotti ai potenti commercianti europei è l'emblema delle difficolta e degli insanabili contrasti di una convivenza forzata tra l'acuta insofferenza dei nativi e la prepotenza dei colonialisti. Palesi infatti le prime avanguardie dei disordini rivoluzionari che porteranno al disgregamento dell'impero colonialista britannico e alla "partizione" nel volgere del successivo ventennio.