I Valois. I Quarantacinque

Fogola (La piazza universale); 1978; Noisbn; 21,5 x 15 cm; pp. 630; Rilegato con sovraccoperta; Traduzione e notizie storiche di Maria Dazzi. Premessa di Luigi Baccolo.; Imperfezioni e segni d'uso ai bordi della sovraccopertina, interno buono ; Accettabile (come da foto). ; È questo, intitolato ai Quarantacinque, l'ultimo banchetto imbandito da Dumas per quella festa tragica che fu il regno dei Valois e anche questo, come i precedenti, procede svelto, dandoci l'impressione della brevità. Nella fantasiosa cavalcata di cavalieri e di dame che qui arriva alla conclusione, si respira ormai odore di morte; e, quest'ultimo squarcio di una incantata storia del passato, noi la leggiamo già con l'animo di uno spettatore di teatro che, vedendo fremere il sipario, assapora le ultime battute dell'ultimo atto con l'intensità e quasi l'angoscia delle cose che stanno per finire. Come nella girandola che chiude i fuochi d'artificio, Dumas addensa grandiosamente nel finale tutti i colori, le meraviglie, le fantasie del suo genio: dà battaglia al se stesso dei precedenti volumi e si supera; prima di fare l'inchino al pubblico e scomparire sul fondo, vuol provare che gli applausi se li è guadagnati e completa a pennellate magistrali tutte le figure che ci sono ormai divenute familiari: Enrico III, Caterina dè Medici, la regina Margot, Enrico di Navarra, Chicot, François d'Angiò, Diana di Méridor, Gorenflot, Mayenne, la duchessa di Montpensier... Pagine splendide, queste dei Quaran-tacinque, che Dumas illumina di luce nuova, avviando l'ultimo romanzo del Ciclo da storia di amorie di duelli, non senza echi gloriosi del passato, a storia anticipatrice dei grandi regni dei Bor-bone. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.