«Dalla lettura di questo libro ognuno di noi potrà rendersi perfettamente conto come il 2012 sia un anno come gli altri e che la sua elezione a "anno del giudizio" non sia nient'altro che un'invenzione di alcuni autori, scaturita da una loro interpretazione acritica del calendario maya, al quale si è voluto attribuire un significato che non trova riscontro tra gli studiosi di questo popolo. Il motivo che li ha indotti a fare queste previsioni è essenzialmente di tipo economico [...]: un libro che tratta di future catastrofi di eventi spettacolari o eccezionali ha molto facilmente più successo di uno [...] che si limiti a raccontare la realtà dei fatti. La storia è permeata da "profeti" e "veggenti" che hanno previsto innumerevoli volte la fine del mondo. Spesso questi comportamenti sono stati dettati da una interpretazione letterale di scritti antichi, ai quali si attribuiscono grande autorità o addirittura infallibilità. Anche nel caso dei maya, [...] la tendenza è stata quella di sopravvalutare molto le loro possibilità di previsione, [...] I maya avevano una notevole conoscenza del cielo, ma [...] La loro scienza non gli permetteva di fare previsioni precise su molti avvenimenti astronomici futuri". (Dalle conclusioni dell'autore)
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Anno edizione:2010
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