Vincenzo Genovese da Palermo. Scolpì e colorì. Secolo XIX
Il bistrattato "Meridione d'Italia", "Il Regno delle Due Sicilie", con i propri coinvolgimenti socio-culturali, la dominazione borbonica, soppiantata come fosse la peggiore dei mali, da quella sabauda con l'unificazione del Regno d'Italia, i tragici eventi scaturiti dopo, con le promesse mai mantenute dal nuovo stato "liberatore" al generoso popolo siciliano già ridotto in miseria, divenne ancor più bistrattato con l'introduzione di nuove regole e balzelli d'ogni sorta. Da queste pieghe o "piaghe" si svincolava comunque l'arte dell'Ottocento siciliano, erede dei flussi sei-settecenteschi defluiti dal nuovo classicismo di Roma al Meridione d'Italia e alla Sicilia, che ha prodotto artisti capaci di lasciare una corposa impronta culturale. Tra queste risorse artistiche emergeva, anche se spesso sottaciuto o ignorato, Vincenzo Genovese. Nato e cresciuto sotto i Borbone, si affermò precocemente nel campo della scultura uscendo indenne dai traumi politici legati all'Unità d'Italia e riuscendo ad inserirsi nei circuiti culturali, laici e religiosi.
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Anno edizione:2024
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