Voci perdute. Articoli, lettere, commenti da «la Repubblica Napoli» (2000-2008)
Dopo il dominio della psichiatria accreditata, l’egemonia della psicofarmacologia per i poveri e della psicoterapia per i ricchi, le vicende concorsuali triestine e il familismo amorale nei dipartimenti psichiatrici, oggi in Italia la legge 180 appare definitivamente incompatibile con quella che Sergio Piro definiva l’azienda asociale. Ovvero l’insieme delle agenzie sanitarie regionali la cui retorica di efficacia e di efficienza fornisce l’ideologia di copertura alla prassi consolidata del manicomio diffuso, esasperata dalla pandemia di Covid19 ed esito obbligato della devoluzione e aziendalizzazione dell’ex servizio sanitario nazionale. Tra il 2000 e il 2008 Sergio Piro anima su «Repubblica Napoli», una discussione sulfurea oggi defunta o nel migliore dei casi adulterata: gli articoli qui raccolti illuminano ancora la metamorfosi maligna di una riforma psichiatrica bella e sfortunata. Difenderne oggi l’impianto implica una critica precisa del sovranismo sanitario di regioni, aziende sanitarie locali e psichiatria convenzionata.
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Anno edizione:2022
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