Non è il primo libro di De Silva che ho letto, ma è sicuramente quello che mi ha colpito di più per la sua capacità di vedere oltre le apprenze. Due personaggi "doppi" che agli occhi di molti sono normali nascondono un'altra vita completamente diversa ed inaspettata, al di là di ogni sospetto. Le due vite si intrecciano e, in un crescendo che non riescono a fermare arrivano al tragico epilogo. Interessantissimo lo studio psicologico dei due personaggi.
Celeste ha sedici anni, un corpo come molti e un segreto tutto suo. Ogni tanto, spinta da non si sa quale bisogno, scende sulla litoranea e aspetta. Quando una macchina si ferma, lei sale. Davide Heller è un avvocato penalista di successo. Vive solo in un grande appartamento, è un uomo giovane, bello, taciturno. Anche lui ha un segreto da sempre. Una mattina Davide Heller esce di casa in tenuta da jogging, con un grosso zaino sulle spalle: dentro, il cadavere di una bambina. Celeste lo segue per non mollarlo più. Di cosa è fatto l'interesse che porta Celeste a frequentare la casa di un assassino senz'altro scopo apparente che non sia quello di conoscerla, scoprirla, camminare per le sue stanze quasi visitasse il male che l'uomo ha dentro? E perché Heller permette a un'estranea che non lo denuncia, non lo ricatta, non vuole nulla, di occupare un posto nella sua vita? Che cosa spinge due esistenze doppie, ordinarie e malate, a instaurare un incomprensibile legame che le induce a cercarsi, aggredirsi e difendersi senza ragioni?
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Anno edizione:2008
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MARCO FABBIANI 04 giugno 2011
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ALFONSO DE MATTIA 27 agosto 2009
E' il primo romanzo di diego de silva che leggo, incuriosito dalla trama, e devo dire che mi ha positivamente convinto, per una volta uno scrittore ceh ha avuto il coraggio di rendere plausibile una storia di male nascosta dietro le apparenze di una vita borghese dei personaggi principali : Davide Heller, brillante avvocato nella vita di tutti i giorni, ma spietato assassino di innocenti bambine nel privato, e Celeste, una ragazzina di 16 anni, studentessa, ma prostituta occasionale e vouyerista del male. E' proprio quest'ultima, spinta dalla sua necessità di vedere il male, forse per trovare attraverso la visione dello stesso una catarsi dalla propria condizione di adolescente difficile, che ci trasporterà nell'esistenza malata dell'avvocato. Due figure comunque fortemente nichiliste, destinate, come si capisce fin dalle prime pagine, ad un epilogo reciprocamente distruttivo, per liberarsi da quel male, appunto, che li incatena. Un romanzo crudo, spietato, bello. Voto: 9.
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