Come ho già detto per il libro di Matteo B. Bianchi (Yoko Ono. Dichiarazioni d'amore per una donna circondata d'odio), Yoko Ono non mi è mai piaciuta: non mi piace la donna, non mi piace l'artista concettuale e non mi piace come cantante, ma sono uno dei pochi (o dei tanti) che non la reputano la strega che divise i Beatles. I Beatles erano già ai ferri corti ai tempi del White Album e John Lennon era depresso e infelice perché probabilmente non amava Cynthia e si sentiva schiavo di quel successo che aveva tanto desiderato a inizio carriera. Il libri è diviso in 3 fasi: Yoko prima, durante e dopo John Lennon. Nata in una famiglia molto ricca ma arida sentimentalmente, assaporò la guerra e la povertà causata dalle bombe atomiche sganciate dagli americani. Poi ritornò ad essere benestante ma si sentì sempre non accettata dalla famiglia. Poi incontrò Lennon e questa è storia risaputa mentre cosa fece dopo che Mark David Chapman sparò a John? Le paranoie dopo varie minaccie che riguardavano anche il figlio Sean, il tradimento di alcuni collaboratori storici che si impossessarono di diari e nastri di John per profitto personale, la pubblicazione di libri che distorcevano la realtà, ma anche un nuova rinascita artistica, sia musicale che come creatrice di opere d'arte, come se la morte di John l'avesse liberata dall'essere solo la Signora Lennon. Il libro è scritto da David Sheff, che iniziò a frequentare la coppia a causa di un'intervista su Playboy, quella famossissima dove John rinvangava il passato e che fu pubblicata anche sotto forma di libro (All we are saying. L'ultima grande intervista). Personalmente, credo che Lennon sarebbe stato quello che tutti hanno amato senza Yoko. Nonostante gli alti e i bassi (separazioni e tradimenti da parte di lui), la coppia resta iconica non solo per la musica, ma pe rl'attività pacifista e filantropica. Dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna e in questo caso mai definizione fu più veritierà.
