Zia Henriette
Talvolta, la sera, si lamentava di non aver passatempi e, sentendo levarsi un po’ di chiasso per strada, esclamava: «Ah, mio Dio, magari fosse scoppiato un bell’incendio!».
Animata da un irrefrenabile zelo domestico, zia Henriette parrebbe un perfetto angelo del focolare, se non fosse che ama troppo le feste e i pettegolezzi. Si è sposata tardi perché avere spasimanti è un gran divertimento e trovare qualcuno che le andasse a genio era difficile. Dopo esser stata corteggiata da una famiglia intera, ora condivide la cura della casa con il cognato, un burbero studioso «nemico giurato della musica, degli scherzi e della convivialità». Questo, però, non le impedisce di organizzare sfrenati balli in maschera… Nel 1835 i fratelli Grimm tremarono di fronte alla pubblicazione di «Zia Henriette», romanzetto satirico a puntate che metteva alla berlina lo stile di vita di una borghesia assai compiaciuta di sé. Sotto i nomi di Johannes e Wilibald era facile riconoscere Jacob e Wilhelm Grimm, che godevano di un immenso successo grazie alle «Fiabe del focolare», mentre in Henriette era ritratta, con ogni evidenza e con una punta di veleno, Dorothea Wild, la moglie di Wilhelm. Grande fu lo scandalo: l’autore di quello sfacciato libello era Ferdinand Grimm, fratello minore e famigerata «pecora nera» della famiglia, che qui si dimostrava un talentuoso caricaturista.
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