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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2013
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Si, l'ho letto. Si, mi è piaciuto. Occorre cominciare con una fondamentale premessa: sghignazzo di fronte ai video di Willwoosh da 3 anni e ho nei suoi confronti una stima e un'ammirazione infinite. Tuttavia non ero minimamente intenzionata a leggere e tantomeno a comprare il suo libro. Perché? Perché in fatto di cinema, teatro e lettura sono estremamente snob; rasento l'antipatia. La mia reazione all'annuncio dell'uscita di questo libro è stata quindi la seguente: naso arricciato con ripiegamento verso sinistra, bocca strinta e sguardo di superiorità, con qualche sfumatura di supponenza, tutto riassumibile con uno "tsé". Fatto sta che lunedì ho avuto una di quelle giornate in cui già alle 9 del mattino ti stai chiedendo perché diavolo hai messo piede fuori dal letto invece di farti fagocitare del tutto dal piumone. Insomma pesante all'inverosimile. Rifugiata in uno dei miei luoghi di recupero della pace interiore, la libreria, del tutto noncurante dell'inusuale giovane affollamento, vagavo tra gli scaffali, quando ecco che se ne spunta un Guglielmo Scilla. Ve la faccio breve: sono rimasta ad ascoltare lui e Alessia, l'altra autrice, che presentavano la loro creatura e già il mio sguardo cominciava a dirottarsi verso il bianco libriccino. Quando poi ha cominciato a formarsi la fila per gli autografi, mi sono trovata accanto una ragazza, diversa da tutte le altre. Stava in fila, ma non spingeva, non gridolinava, non piangeva, non faceva foto a manetta al nulla. Ammazzava l'attesa leggendo il libro in questione e rideva, in modo così genuino che ne ho afferrato una copia dallo scaffale e, si, me lo sono comprato. E oggi, in circa 2 ore, l'ho letto. Pedatone all'orgoglio: l'ho adorato e per un motivo semplice: ho riso ininterrottamente, dalla prima pagina fino a tutti i ringraziamenti, che credo abbiano richiesto più tempo dello svolgimento delle 10 regole. A dir la verità spero d'averci perso anche un etto o due a forza di risate. Che poi ho prontamente ripreso facendo merenda, ma questa è un'altra storia. L'amore non ha e non avrà mai regole; in effetti non è neanche di vere e proprie tecniche di innamoramento che si parla. Ribattezzerei questo libro come "consigli amichevoli per combattere l'autolesionismo da innamoramento e sopprimere il potenziale sfigato che c'è in te". Non è un romanzo, non è un trattato di Pico De Paperis che mette a frutto la sua laurea in "amorologia, rimedi e controindicazioni", né ha la pretesa di esserlo. Il che in fondo è meglio, perché gli sproloqui dei sapientoni, soprattutto in merito all'argomento amore, lasciano il tempo che trovano. Ho quasi il dubbio che dietro ci sia tutta teoria e poca pratica. Arrivata in fondo alle 180 pagine, io ve lo dico, sono la stessa sfigata imbranata di 2 ore fa, che, in presenza del ragazzo che le piace, nel vano e TRISTE tentativo di fare la figa, inciampa, generalemente in se stessa e magari anche da ferma, va incontro a rapida e diffusa sconnessione di qualsiasi sinapsi neuronale, con conseguente perdita delle capacità cognitive, raziocinanti e motorie. Immancabile anche lo sviluppo dell'intero arcobaleno in volto, che porta a due possibili risvolti: a)quello positivo, lui è un po' tonto e pensa che tu stia per morire di qualche strano colpo e ti soccorre; b)quello negativo, rendi palese il tuo esorbitante interesse nei suoi confronti a lui e al resto dell'universo facendo una figuraccia epica. Nonostante ciò però hai riso un sacco, hai iniziato a fischiettare ogni qualvolta ti sentivi chiamato in causa all'interno di qualche paragrafo, aggiornato la playlist "acque della depressione", preso appunti sulla ricetta del lampo-muffi (giacché non sei abbastanza brava ad ingolfarti di cibo da sola) e ti sei consolata perché, no, non sei solo tu che hai incontrato casi umani. Insomma, non si può sempre fare gli intellettualoni, a volte è salutare anche concedersi una pausa da Dumas, Pirandello, le sorelle Bronte, Oscar Wilde e tutti gli amiconi dell'allegro circolo e concedersi un po' di sacrosanta leggerezza. Che poi anche in questo campo c'è libro e libro: ci sono Alessia e Guglielmo, con "10 regole per far innamorare", che, mi sento in dovere di aggiungere, pur non raccontando una storia, sanno scrivere, prova che, fosse anche per diffusione passiva, 5 anni di liceo classico fanno la differenza. E poi c'è Moccia che, non solo ha fallito il tentativo del racconto, ma ritengo possa incontrare parecchie difficoltà anche nel posizionamento delle virgole nella lista della spesa. Quest'ultimo punto della scrittura è per me fondamentale, perché anche avere a che fare con un'opera interessante e ricca di insegnamenti come "la fine è il mio inizio" di Terzani, è stato faticosissimo a causa dalla totale mancanza del congiuntivo. Concludo come i nostri autori di oggi, con i ringraziamenti: ad Alessia, carinissima, conosciuta di sfuggita lunedì, Guglielmo, la ragazza della fila in libreria (abbiamo chiacchierato, letto e scherzato per quasi 2 ore ma non ci siamo presentate, peccato,poteva essere un'amicizia simpatica), i miei peluche, ai quali leggo in anteprima tutto quello che scrivo (fortunati!) e chiunque abbia il coraggio di affrontare una recensione più lunga del libro! P.s. RAGAZZE ATTENTE! Avete visto l'immagine di copertina, Guglielmo, con quell'aria a ragazzo timido, tenero e un po' impacciatello, gli occhioni dolci a cucciolotto....NON FATEVI FREGARE, è tutta una tecnica, è studiata, sta scritto pure nel libro, infame! ;)
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