A Maria mia. Marì, le guerre si perdono solo
Due guerre, due uomini, uno stesso nome, Salvatore. Ma di quale patria? Prima guerra mondiale. Un soldato al fronte che scrive alla moglie, "a Maria mia". Una donna che attende lettere di guerra mai spedite e archiviate in un'unica memoria, quella dei caduti. Di chi a casa non è tornato più. Seconda guerra mondiale. Un uomo, una divisa e ancora lettere. Una sola, timbrata, "raccomandata". L'annuncio di una chiamata, di una partenza per un'Africa lontana. Per una "guerra con le mosche" al limite del ridicolo. Aerei che bombardano, soldati che si nascondono per non combattere. Avere la speranza di tornare vivi a casa dalla famiglia, dagli affetti. Dall'unica patria che abbia un senso. Sull'uscio di casa, ancora una volta una donna, Maria. Sola e con una storia d'amore spezzata nel petto. Al suo fianco, sette figli. Che attorno a un presepe attendono il ritorno del padre. "Mari, le guerre si perdono solo". Una verità amara, spesso addolcita dall'illusione che le guerre servano a qualcosa nella storia dell'uomo. Età di lettura: da 12 anni.
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Anno edizione:2008
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In commercio dal:1 gennaio 2008
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