L'abbandono - Valentina Durante - copertina
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Letteratura: Italia
L'abbandono
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Descrizione

Con una scrittura tesa e precisa, L’abbandono si immerge negli abissi più profondi e indicibili dell’animo umano scandagliando la complessità degli ambienti famigliari: ecosistemi spesso instabili dove si trovano a coesistere la spontaneità dell’amore, il richiamo del sangue e la vischiosità dell’obbligo.


Esiste un modo, un farmaco, una terapia per liberarsi da un legame che, pur sciolto, continua a imprigionarci mentalmente? Se lo chiede Anna, trentotto anni, da poco separata dal marito e in panne con la sua attività di copywriter freelance. È tornata a vivere con il padre, un tempo insegnante di Lettere spietato e integerrimo e oggi pensionato ipocondriaco. Nella casa che l’ha vista bambina, presa dall’accudimento del genitore con le sue bizze e le sue manie e in affanno nel tentativo di rimettersi in pista con il lavoro, Anna finisce in un vortice di ricordi oppressivi sui quali si staglia la relazione tossica vissuta durante l’adolescenza con lui, Stefano: il fratello di intelligenza brillante ma dai comportamenti brutalmente narcisistici. Il peso di quel passato scomodo, tenuto a bada con fatica per ventitré lunghi anni, travolge tutto e tutti la sera in cui Anna decide di invitare Stefano a una cena di riconciliazione, dopo una lontananza che sembrava irrevocabile.

Dettagli

3 aprile 2024
304 p., Brossura
9788834617243

Valutazioni e recensioni

  •  Walter Bianco
    Romanzo forte e complesso

    L'abbandono è un romanzo forte e complesso che impegna il lettore per la sincerità con cui l'autrice scandaglia l'intimo dei suoi personaggi, questo in particolare attraverso la protagonista che diventa strumento per vincolare una morale, annullata da un senso di colpa maturato negli anni, che ritorna con dolore insieme alla vergogna riaccesa per un amore (forse sbagliato) sopravvissuto solo al ricordo. Il ritorno di Anna scombinerà gli equilibri facendo regredire ai tempi dell'infanzia una coesistenza adesso solo "necessaria" dove i ruoli, diversamente da prima, si ritroveranno invertiti per l'inefficienza di un padre ancora più distante: ricordi ambigui e non graditi che destabilizzano una mente preda di una violenza rivissuta nei silenzi di un passato dispotico che adesso si trasformano nell'espressione di gesti mancati come manifestazione di una volontà assoluta. Questa metamorfosi narrativa detta i tempi ad un romanzo "obbligato" alla dilatazione indefinita per una quotidianità dove, seppur con fatica, tutto scorre lento e in maniera apatica rispetto invece ad una staticità imposta dai ricordi di un passato narrativo che, ovattando la realtà, costruiscono le identità caratteriali dei protagonisti in maniera ancora più definiti coadiuvati anche dal "geniale" espediente utilizzato dall'autrice che, per espandere lo spazio visivo nella narrazione, utilizza delle fotografie anche per aggiungere intimità al romanzo. La protagonista, condannata ormai all'infelicità, si adatta alla vita circuendo gesti che rappresentano la sua debolezza, per naturalizzare quella sofferenza che aveva creato distanza nel tentativo di riconciliazione, per cercare di andare avanti separandosi da una dipendenza che però non aveva il coraggio di lasciare andare completamente, creando indipendenza da un bisogno innaturale di comprensione.

  •  Peter
    L'epica del quotidiano.

    Romanzo che raccontando dei mezzucci e le piccole convenienze del quotidiano, dinanzi al quale non esistono eroi che possano sfuggirgli, nemmeno la famiglia protagonista di questo racconto, fa assumere a tale quotidianità una dimensione titanica. Dinanzi ad essa la narrazione della vicenda in sé, quella dell'io narrante di Anna e della sua famiglia, ne risulta oscurata, passando in secondo piano. Ecco il racconto del 《Mi alzo e recupero le ciabatte scomparse sotto il divano.》; il racconto della farmacopea del Galvus, del Totalip, del Medrol, del Lucen ecc., farmaci che assume il padre di Anna grazie alla presenza e alla pazienza della protagonista, senza nessuna ossimorica concessione al lirismo, è il vero protagonista del romanzo, acquisendo le dimensioni della epica per come sappia tenere incollato il lettore dalla prima all'ultima pagina. Il mistero vero mistero è questo, non il rapporto morboso fra Anna e il fratello Stefano; il mistero da svelare è il rispondere alla domanda di come sia possibile coinvolgere il lettore per 300 pagine con il racconto del Totalip. La risposta è presto detta: Valentina Durante una artista capace di tutto questo; capace di oscurare e imbarazzare anche il più grande degli scrittori con la sua bravura. Signori e signore leviamoci il cappello, siamo dinanzi a una GRANDE SCRITTRICE!

  •  anilina
    Se la famiglia è prigione

    La scrittrice con ritmo narrativo teso e travolgente rivela gli aspetti defraglanti della dei legami familiari

Conosci l'autore

Foto di Valentina Durante

Valentina Durante

Nata a Montebelluna nel 1975, è copywriter e consulente di comunicazione freelance. Fino al 2009 ha lavorato come ricercatrice di tendenze coordinando per la Camera di Commercio di Treviso un gruppo di stilisti, designer, artisti, progettisti e fotografi. Il suo primo romanzo – La proibizione – è uscito nel 2019 per l'editore Laurana. Suoi racconti sono stati pubblicati nelle riviste "Altri Animali", "Leggendaria", "L'ircocervo" e "Vibrisse" e nella raccolta Polittico (Caffèorchidea, 2019). Dal 2019 collabora con la Bottega di narrazione di Giulio Mozzi.

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