Alberto Braglia. L'atleta del Re - Stefano Ferrari - copertina
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Alberto Braglia. L'atleta del Re
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Descrizione


Alberto Braglia (Modena, 23 aprile 1883 – Modena, 5 febbraio 1954), è stato il più grande ginnasta italiano, l’unico capace di vincere l’oro in almeno due diverse edizioni olimpiche da atleta, di ripetersi da allenato-re, di essere protagonista nelle edizioni sperimentali a cinque cerchi, di uscire imbattuto per un decennio dalle competizioni internazionali. Pioniere della tecnica sul cavallo con maniglie, nella storia della ginnastica solo per Braglia è accaduto che i giudici si siano rifiutati di valutare le prove con i voti, sostituendoli con i giudizi, come “Magnifico”, “Insuperabile”, “Fantastico”, tanta era la sua superiorità. Premiato dai sovrani di tutto il mondo, osannato in ogni angolo del pianeta, Braglia è stato protagonista di una vita leggendaria fatta di ripetute cadute e rapide riprese, episodi al limite del grottesco e che spesso hanno avuto dell’incredibile, il tutto segnato da un destino che lo ha visto soccombere nei modi più tremendi e rialzarsi nelle maniere più imprevedibili. Alberto Braglia, alfiere della Società Panaro di Modena, viene squalificato a vita per presunto professionismo e poi riabilitato, premiato dal Re d’Italia ma anche ineffabile saltimbanco nei teatri, emigrante di lusso in America ai tempi di Rodolfo Valentino e ambito dal cinema, rovinato da faccendieri senza scrupoli e creduto morto, finito a chiedere elemosina sotto i portici della sua città e, infine, a lavorare come custode nella palestra che porta il suo nome, dove conosce la fine dei suoi giorni. Nel 1957, dopo un referendum, il Comune di Modena gli ha intitolato lo stadio cittadino, fra i rari casi in Italia di impianti che non portino il nome di un calciatore.

Dettagli

128 p., ill. , Brossura
9788833243122

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Foto di Stefano Ferrari

Stefano Ferrari

è presidente dell’Accademia Roveretana degli Agiati. Specialista di fama internazionale del transfert italiano ed europeo di Johann Joachim Winckelmann, ha pubblicato su questo argomento numerosi lavori, tra cui le monografie Il rifugiato e l’antiquario. Fortunato Bartolomeo De Felice e il transfert italo-elvetico di Winckelmann nel secondo Settecento (2008) e Il piacere di tradurre. François-Vincent Toussaint e la versione incompiuta dell’Histoire de l’art chez les anciens di Winckelmann (2011).

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