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Anno edizione: 2019
Anno edizione: 2021
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99 parole per riappropriarci del mondo.
99 parole per ritrovare una voce che altrimenti rischia di farsi troppo flebile e perdersi tra la fretta e la sciatteria di questo nostro nuovo secolo. 99 parole per ribellarci alla confusione e al buio che ci travolgono quando rimaniamo muti di fronte al presente. 99 parole per ritrovare noi stessi. Andrea Marcolongo ha scelto le sue personali 99 parole. E di ognuna di esse, con eleganza e leggerezza e al tempo stesso infinita cura , ricostruisce il viaggio. Le parole sono il nostro modo di pensare il mondo, il mezzo che abbiamo per definire ciò che ci sta intorno e quindi, inevitabilmente, per definire noi stessi. Ogni volta che scegliamo una parola diamo ordine al caos, diamo contorni e corpo al reale, ogni volta che pronunciamo una parola essa è riflesso di noi. Ci rivela. Senza il linguaggio non faremmo che brancolare scomposti nella confusione, incapaci di dire la realtà e ciò che sentiamo. Proprio per questo delle parole dobbiamo avere estrema cura. Sono un giardino da coltivare con pazienza ogni giorno, da mantenere fertile e vivo, fino alle sue radici. Ma come ci si prende cura delle parole? Innanzitutto riappropriandoci della storia, appunto, delle loro radici, dei loro significati originari, seguendo il viaggio che un termine ha percorso per arrivare fino a noi, seguendo le sfumature di senso, gli slittamenti che nel corso dei secoli e attraverso i luoghi esso ha subito, ricostruendo così la storia di noi e del nostro leggere e rappresentare il mondo. Tutt'altro che sterile e fine a se stessa è dunque l'arte di ricostruire le etimologie. È lente per mettere a fuoco chi siamo stati, chi siamo. E chi vogliamo essere. Quanto ha viaggiato una parola prima di arrivare fino a noi? Da dove è partita? Quanti luoghi ha toccato influenzando altre lingue e quanto è stata a sua volta modificata? Forse non c'è lezione migliore di quella che ci offrono le parole, per loro natura «viaggianti», che di movimento e mescolanza da sempre fanno una ragione di sopravvivenza.Indice
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Per gli amanti del greco. O per chi pensa che il greco sia una lingua morta, e leggendo questo libro si ricrederà. 99 parole che Andrea Marcolongo ha deciso di raccontarci perché, sì, anche una semplice parola può essere raccontata. E ha anche tanto da dire! Da dove viene, il percorso che ha fatto per arrivare fino a noi e quello che significa. 99 parole divise in nove diverse categorie: dalle parole della confusione (tra cui Fuoco e Tradire) a quelle della delizia (Amare, Felicità), da quelle del buio (Eclissi, Gelosia) a quelle della luce (Fantasia, Arcobaleno), fino alle parole dell'altrove (Libertà, Mongolfiera). Sarà facile innamorarsi delle parole e dei loro significati, così come sarà bello trovarne di nuovi. Scoprire che Passione e Pazienza derivano dalla stessa radice, o che Farfalla proviene dal greco "vibrare" da cui si arriva anche all'etimo delle nostre "palpebre", o ancora che dietro una semplice Margherita si può nascondere il significato di una "perla". E proprio come avviene con la scelta delle perle all'interno di una collana, scegliere le nostre parole preferite con la stessa cura che si riserva alla scelta di un gioiello
E’ un libro nel quale sono presenti contemporaneamente tre livelli narrativi. Il piano “scolastico” ci fa scoprire il vero significato delle parole e, seguendone i cambiamenti nel tempo, offre un diverso modello di lettura degli eventi storici e del costume. Nello stesso tempo, attraverso il confronto dell’esperienza personale della scrittrice con il significato della parola, la parola diviene strumento di riflessione su di sé, sul ruolo che ogni significato può aver avuto nel vissuto della vita di ciascuno; lo definirei un piano di lettura psicologico. E infine (o “finalmente”) Andrea Marcolongo, come già anche negli altri suoi libri, parla attraverso la sua anima, mettendosi in relazione come fosse con ogni singolo lettore, con generosità, con una sensazione di amore universale nel darsi per accompagnare in un cammino che, da letterario, diventa profondamente umano; un piano animico, si potrebbe dire, se esistesse questa parola in italiano.
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