In una società sempre più caratterizzata dallo smarrimento delle proprie radici lo scrittore diventa l’esule privilegiato, capace di opporre alla perdita dei propri luoghi lo spazio del linguaggio. Il mare, «tomba d’acqua per tutti gli annegati di questo secondo millennio» assume un ruolo fondamentale. E se Iosif Brodskij ci conduce, attraverso i suoi versi in una condizione metafisica di «resistenza attiva» dove l’abitare” è la parola fondante per chi è costretto ad abbandonare la casa, il proprio paese o l’idea stessa di patria, Jean-Luc Nancy si sofferma sulla «crisi della comunità», sul decentramento del mondo e dell’individuo stesso, in cui la precarietà e la marginalità fa nno da sfondo ai nuovi spazi periferici della globalizzazione iper-capitalista. Esiste poi una forma silenziosa di esilio, l’ostracismo, del quale ci rende testimonianza esemplare il canto di protesta del poeta italo-albanese Gëzim Hajdari. Esilio come rifugio nel proprio mondo interiore, esilio come perdita del focolare, esilio nel suo significato fisico e spirituale. Gli autori convocati in questo libro ci conducono in un viaggio nello spazio e nella storia perché davanti allo smarrimento dell’epoca attuale le parole possono diventare occasioni preziose di rifugio e di rinascita.
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Anno edizione:2018
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