Alla ricerca del tempo perduto. Vol. 1

Sulle edizioni dei Meridiani per "alla ricerca del tempo perduto" bisogna che i venditori dichiarino se il volume in vendita è quello tradotto dal francese curato da Taide per l'edizione Gallimard del 1989 e non quello curato da Cariac e Ferre del 1954. C'è una bella differenza.

Esatto, questa non è una recensione alla "Recherche" di Proust, visto che se ne possono trovare migliaia ovunque. Questo vuol esser un invito a valutare bene l'edizione della "Recherche" che ci si appresta ad acquistare. Dunque i Meridiani - collana da sempre meritevole d'attenzione -, sfodera i suoi migliori atout per aiutare nell'approcciarsi a Proust. Il che significa la più bella traduzione che sia mai stata proposta sinora (e di pessime ne esistono, soprattutto, va da sé, in edizioni più economiche), quella di Giovanni Raboni, insuperabile; il che significa un apparato di note e spiegazioni e delucidazioni che da solo potrebbe rappresentare un corpus aggiuntivo da leggere per comprendere meglio la Francia dell'epoca, e non solo; un sommario degli argomenti trattati nei singoli volumi al fondo, che può aiutare se la lettura dell'opera si prolunga per molto tempo. Poi tutto si può dire: che l'autore si dilunga e si perde in mille rivoli; che la storia in sé non è chissà cosa; che si legge solo per "fare i fighi"; che... Se volete avvicinarvi a Proust e al suo monumento letterario, spendete un po' di più, ma almeno andate sul sicuro.