Cronologicamente si colloca successivamente (15 anni dopo) rispetto al romanzo Q, tuttavia non se ne può definire il seguito, sebbene alcuni personaggi di quest'ultimo ritornino in Altai. Tuttavia il protagonista e la vicenda (tra Venezia e l'Impero Ottomano) in cui è immerso sono differenti, ma non meno avvincenti e coinvolgenti. Magistrali a mio avviso descrizioni e caratterizzazioni dei personaggi.
Altai
«A Istanbul, nell'Anno del Signore 1555, terminava Q. Quindici anni oltre quell'epilogo, da Istanbul comincia Altai».
Venezia, 1569. Un boato scuote la notte, il cielo è rosso e grava sulla laguna: è l'Arsenale che va a fuoco, si apre la caccia al colpevole. Un agente della Serenissima fugge verso oriente, smarrito. Costantinopoli sarà l'approdo. Sulla vetta della potenza ottomana conoscerà Giuseppe Nasi, nemico e spauracchio d'Europa, potente giudeo che dal Bosforo lancia una sfida al mondo e a due millenni di oppressione. Intanto, ai confini dell'impero, un altro uomo si mette in viaggio, per l'ultimo appuntamento con la Storia.
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Sergio Patano 06 marzo 2017
Se hai letto Q non puoi perderti assolutamente Altai, sua naturale continuazione e conclusione di molte questioni lasciate aperte in Q. Questo sebbene gli autori, dichiarino che non sia una vera e propria continuazione del libro. Per certi versi il libro potrebbe vivere a se stante ma non se ne capirebbe la complessità letteraria senza prima aver letto “Q”. Immancabile
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I Wu Ming hanno scritto di non voler proporre un sequel di "Q", ma un testo indipendente, che inizia 15 anni dopo la fine del loro primo romanzo. In effetti,"Altai" pare quasi un inno al riflusso, ci parla di un periodo in cui i giochi sono fatti, i movimenti sconfitti e le potenzialità eversive della predicazione eretica sono state disperse e sostituite dalle lotte tra imperi e potentati. L'approccio è quasi crepuscolare e anche i personaggi che hanno avuto un ruolo di primo piano in "Q" (come "il viaggiatore del mondo", l'uomo dai tanti nomi) appaiono con un ruolo defilato e di contorno. Le vicende si svolgono in un arco temporale abbastanza ristretto, a cavallo tra Cipro, Istanbul e un villaggio yemenita remoto, sulla costa che guarda verso l'Abissinia; il baricentro geografico si è spostato a Oriente, quasi un 'anticipazione di ciò che sta accadendo attualmente, con le potenze asiatiche che stanno conquistante il dominio dell'economia mondiale. Un buon romanzo, forse meno emozionante di "Q", ma molto curato nella descrizione degli ambienti e delle atmosfere.
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