Un intreccio appassionante di filosofia e neuroscienze.
Altre menti. Il polpo, il mare e le remote origini della coscienza
Da un ramo dell'albero della vita assai distante dal nostro è nata una forma di intelligenza superiore, i cefalopodi – ossia calamari, seppie e soprattutto polpi
Protendo una mano e allungo un dito, ed ecco che lentamente un suo braccio si srotola e viene a toccarmi. Le ventose mi si attaccano alla pelle, la sua presa è di una forza sconcertante. Una volta attaccate le ventose, mi abbraccia il dito attirandomi delicatamente verso l’interno. Il braccio è zeppo di sensori, centinaia su ognuna delle ventose, che sono decine. Mentre attira a sé il mio dito, lo assaggia. Pieno com’è di neuroni, il braccio è un crogiolo di attività nervosa. Dietro di esso, per tutto il tempo, i grandi occhi rotondi continuano a fissarmi
Benché mammiferi e uccelli siano unanimemente considerati le creature più intelligenti, si va imponendo una diversa, sorprendente, evidenza: da un ramo dell'albero della vita assai distante dal nostro è nata una forma di intelligenza superiore, i cefalopodi – ossia calamari, seppie e soprattutto polpi. In cattività, i polpi sono in grado di distinguere l'uno dall'altro i loro guardiani, di compiere scorrerie notturne nelle vasche vicine per procurarsi del cibo, di spegnere le luci lanciando getti d'acqua sulle lampadine, di mettere in atto ardite evasioni. Com'è possibile che una creatura tanto dotata abbia seguito una linea evolutiva così radicalmente lontana dalla nostra| Il fatto è – ci rivela Peter Godfrey-Smith, indiscussa autorità in materia e appassionato osservatore sul campo – che i cefalopodi sono un'isola di complessità mentale nel mare degli invertebrati, un esperimento indipendente nell'evoluzione di grandi cervelli e comportamenti complessi. È probabile, insomma, che il contatto con i polpi sia quanto di più vicino all'incontro con un alieno intelligente ci possa mai capitare. Ma Godfrey-Smith tocca in questo libro un altro punto capitale: nel momento in cui siamo costretti ad attribuire un'attività mentale e una qualche forma di coscienza ad animali ben distanti da noi nell'albero della vita, dobbiamo anche ammettere di non avere certezze su che cosa sia la nostra coscienza di umani. E forse questa via è una delle migliori per arrivare a capirlo.
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Anno edizione:2018
Altre menti
Immaginate la scena in un laboratorio con tre soggetti: Albert, Bertram e Charles sono sottoposti a degli esperimenti, mentre Albert e Bertram eseguono senza troppe difficoltà l'esercizio che gli viene chiesto, Charles a un certo punto decide di manomettere la macchina su cui sta eseguendo il test, non solo arriva a distruggerla nell'arco di 11 giorni ma addirittura riesce a manomettere l'impianto di illuminazione all'interno del laboratorio da cui sta progettando una fuga. Quello che vi ho appena raccontato non è la trama di un romanzo di fantascienza ma il resoconto di un esperimento condotto nel 1959 presso la stazione zoologica di Napoli dal professor Peter Dew, un professore di Harvard che stava studiando i cefalopodi. Ebbene sì, perché Albert, Bertram e Charles sono tre polpi in "Altre menti" scritto da Peter Godfrey-Smith e pubblicato da Adelphi. L'autore si interroga sullo sviluppo della mente all'interno dei cefalopodi: se vogliamo trovare un antenato comune fra noi e loro dobbiamo tornare indietro di ben 600 milioni di anni. Da quel momento il cervello dei cefalopodi ha iniziato a svilupparsi secondo una linea totalmente diversa rispetto a quello di noi mammiferi animali, che riescono a vedere con la pelle, che non hanno una forma, che hanno un cervello diffuso in tutto quanto il corpo. Addirittura l'autore arriva a chiedersi se possano avere consapevolezza del fatto di essere ciò che sono. Un saggio non facilissimo ma sicuramente molto affascinante per chiunque voglia incontrare una mente aliena qui sulla terra.

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Sawlu 01 gennaio 2025tante menti
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LuigiAmendola 04 dicembre 2022Viaggio nella mente dei cefalopodi
Peter Godfrey-Smith col tatto del divulgatore ed amante della natura ci conduce in un viaggio nelle profondità dei mari, alla scoperta dei meccanismi di funzionamento del cervello dei cefalopodi. L'autore ripercorre le tappe evolutive che hanno portato le diverse famiglie all'attuale conformazione fisica e ne illustra le differenze. Non mancano le curiosità su abitanti del nostro stesso pianeta, nostri lontanissimi parenti, ma che sono quanto di più estraneo ed alieno possa esserci sul piano bio-fisiologico. Un testo interessantissimo, corredato di fotografie dell'autore ed immagini illustrative. Fornisce un punto di vista ignoto al grande pubblico circa la vita marina.
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