"I ricordi sono come la marmellata. Da stratificare in barattoli, etichette stampate su cartoncini spessi, bordi lucidi. Quello che si può fare è decidere o meno di svitare i tappi." Si apre così "l'amore che devi" di Sara Maria Serafini, con un'immagine evocativa di tutto ciò che da lì a poco scivolerà, pagina dopo pagina, tra le mani e sotto gli occhi dell’ignaro lettore. Violante ha nostalgia di un passato che l'aveva resa felice, in cui lei era solo Viola e il futuro da scrivere. Un solo punto fermo, Riccardo: l’amico, il compagno di classe, il fidanzatino, il ragazzo l, l'amore di tutta la vita di Viola. È un passato che Violante aveva relegato in soffitta tra le cose fingiamo di buttare via, ma non per sempre. Anche Viola è andata a finire in soffitta. Ora ci sono Violante e Lorenzo.. e Matteo, e Sofia. Lorenzo ha ricostruito, ha aggiustato, ha instradato la nuova vita di Violante. Ma il passato è un canto di sirene e a Violante basta poco per smarrire la strada. Il racconto si sviluppa su due piani che si intersecano, il passato si inserisce con vigore nel racconto, quasi a giustificare le debolezze di Violante e Riccardo che tentano uno straziante - quanto irritante - triplo salto mortale nel passato. Ho – a tratti - odiato Violante e le sue scelte masochiste, ho disapprovato tutto, per poi perdermi nella sua infelicità così palpabile ed ingenua. Ho odiato anche Riccardo per il suo egoismo e per la magnetica poesia del ricordo che Viola ha di lui.. Maurizio ed Angela entrano nel racconto in punta di piedi, a fare da spalla, ciascuno a suo modo, a Violante. Sembrano marginali, ma con garbo e discrezione faranno da contraltare alla fragilità e all'incertezza in cui la storia sembra impantanata. Loro, se fosse un film, sarebbero i migliori attori non protagonisti di sempre. Luci ed ombre di una storia con un finale tutto da scrivere.
