L' amore nelle prose e nei versi
Dai "Canti" alle "Operette morali", dallo "Zibaldone" alle "Lettere" l'antologia ripercorre le tracce del «discorso amoroso» nell'opera di Leopardi. La riflessione sulla natura dell'amore non ha un vero sviluppo nel poeta di Recanati: cresce in intensità, trova via via accenti più forti ma non muta nella sostanza. Il sentimento d'amore appare sempre segnato da una sorta di malinconia che nasce dalla mancanza, dalla perdita: Silvia, Nerina, Aspasia, la «donzelletta» sono fantasmi, ricordi. L'oggetto del desiderio è assente; la donna vagheggiata è lontana, emblema di una «beltà» tanto anelata quanto misteriosa e inattingibile, e sempre disincarnata. L'esperienza dell'amore è tutta intellettuale e interiore perché l'amore è materia prediletta dell'immaginazione, la facoltà più preziosa dell'uomo. La «dolce imago», l'immagine idealizzata della donna che si forma nella mente del poeta, è l'unico conforto, l'unica fonte di appagamento sensuale e spirituale. E se il pensiero d'amore può stremare il cuore, ma anche liberarlo dalle angustie del mondo, la lusinga della passione quando si trasforma in inganno diventa per il poeta l'ennesima, desolata rivelazione dell'«infinita vanità del tutto». Introduzione di Paolo Ruffilti.
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Edizione:3
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Anno edizione:2019
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