Il 21 febbraio 2001, nella zona residenziale di Novi Ligure, una ragazza di 16 anni, Erika De Nardo, sconvolta, urlante, chiedeva aiuto, diceva che gli assassini, forse ladri albanesi, si erano accaniti contro la madre e avevano seviziato e ucciso suo fratello Gianluca... Basteranno ventiquattro ore perché l'improvvisato castello di bugie, costruito da Erika, crolli. Ma le firme eccellenti, Bocca, Biagi, Galimberti, saranno costrette a rimangiarsi le loro chiacchiere, dimenticando di chiedere scusa alla gente per aver fomentato paura, insicurezza, leggende metropolitane. L'ampio interesse suscitato dal caso Papin si collega agli aspetti contraddittori dell'apparente semplicità di fatti e protagoniste. Il primo a occuparsene è stato Jacques Lacan: per il celebre psichiatra si trattava di psicosi identiche. "Il male di essere due, (...) vere sorelle siamesi, esse formano un mondo chiuso impenetrabile: leggendo le loro deposizioni, sembra di leggere un testo e la sua copia". Erra negava insistentemente la sua partecipazione al delitto, ma i due ragazzi, Nicola e Mattia, credendo di scagionarsi, lo avevano accusato come il vero colpevole. Omicidi noti e recenti che l'autrice racconta per cercare di capire i molteplici "perché" di chi ha ucciso e di chi ha subito violenza.
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Anno edizione:2010
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