Pregi: scrittura accurata, originale, parole sempre ben pensate, quindi forma ineccepibile; personaggi -madre e padre - molto ben caratterizzati; libro di poche pagine. Difetti: a volte mi è sembrato artificioso, eccessivo, inaspettato (siccome non è un thriller, secondo me questo aspetto gli ha nuociuto) rispetto alla figura del padre, che emerge da subito come dominatore, maschio nel senso più brutto della parola - a me è sembrato a tratti anche bipolare - ma che poi presenta comportamenti non “preparati”; oppure ero io non preparata a quell’arrivo. E’ un libro descrittivo più che narrativo, mi è sembrata una trama fotografica: la fotografia si compone e si articola nel tempo, ma rimane statica, proprio in quanto fotografia. Come tutti, lo scrivente compreso, fossero ingessati, statue e non esseri viventi. Mi ha lasciato un senso di vuoto. Non è una lettura che consiglierei.
L'anniversario
Libro vincitore del Premio Strega 2025
Libro vincitore del Premio Strega Giovani 2025
L’anniversario è prima di tutto un romanzo di liberazione, che scardina e smaschera il totalitarismo della famiglia. Ci ferisce con la sua onestà, ci disarma con il suo candore, ci mette a nudo con la sua verità. È lo schiaffo ricevuto appena nati: grazie a quel dolore respiriamo.
«Dieci anni fa, quel giorno, ho visto i miei genitori per l’ultima volta. Da allora ho cambiato numero di telefono, casa, continente, ho tirato su un muro inespugnabile, ho messo un oceano di mezzo. Sono stati i dieci anni migliori della mia vita.»
«Ci si può liberare dai propri genitori? Dal male che ci hanno fatto? Senza ritorno e senza appello? È una domanda scandalosa. Andrea Bajani la affronta da scrittore, in un libro scandalosamente calmo.» - Emmanuel Carrère
«Facciamo sempre, e solo, quello che ci sembra possibile. A volte nulla, a volte troppo, a volte pochissimo ma tutto il possibile. Le tre sole parole concesse, per esempio. Che libro. Quanta gratitudine, nel leggerlo» - Concita De Gregorio, La Repubblica
«Di molte famiglie si può decidere se raccontare i momenti belli e nascondere quelli brutti oppure mettere insieme quelli brutti, allucinanti, in una costellazione. Questo è quello che fa il romanzo.» - Luca Mastrantonio, 7 - Il Corriere della Sera
«Una furia che si è placata attraverso la scrittura, l'autoanalisi, lo scavo in un'interiorità da parte di un uomo che non teme di ascoltarsi.» - Gloria Ghioni, Critica Letteraria
«Il dolore è raccontato ovunque, la sua trasformazione in letteratura è una rarità.» - Francesco Longo, Rivista Studio
Si possono abbandonare il proprio padre e la propria madre? Si può sbattere la porta, scendere le scale e decidere che non li si vedrà più? Mettere in discussione l’origine, sfuggire alla sua stretta? Dopo dieci anni sottratti al logoramento di una violenza sottile e pervasiva tra le mura di casa, finalmente un figlio può voltarsi e narrare la sua disgraziata famiglia e il tabù di questa censura “con la forza brutale del romanzo”. E celebrare così un lacerante anniversario: senza accusare e senza salvare, con una voce “scandalosamente calma”, come scrive Emmanuel Carrère a rimarcarne la potenza implacabile. Il racconto che ne deriva è il ritratto struggente e lucidissimo di una donna a perdere, che ha rinunciato a tutto pur di essere qualcosa agli occhi del marito, mentre lui tiene lei e i figli dentro un regime in cui possesso e richiesta d’amore sono i lacci di un unico nodo. L’isolamento stagno a cui li costringe viene infranto a tratti dagli squilli di un apparecchio telefonico mal tollerato, da qualche sporadico compagno di scuola, da un’amica della madre che viene presto bandita. In questo microcosmo concentrazionario, a poco a poco si innesta nel figlio, e nei lettori, un desiderio insopprimibile di rinascita – essere sé stessi, vivere la propria vita, aprirsi agli altri senza il terrore delle ritorsioni. Con la certezza che, per mettersi in salvo, da lì niente può essere salvato.
Proposto da Emanuele Trevi al Premio Strega 2025 con la seguente motivazione:
«È una storia eccezionale, quella di Bajani, che infrange un vero e proprio tabù: nelle prime pagine del libro incontriamo il protagonista che ci racconta dell’ultima volta che ha visto i suoi genitori, prima di voltare le spalle per sempre alla sua famiglia, disgregata dalla violenza del padre-padrone e dalla muta, disperata sottomissione della madre. Per delineare un’immagine credibile di questo inferno domestico e della fuga senza ritorno del protagonista, il narratore ricorre alle risorse del romanzo per mettere ordine nei dati dell’esperienza, spiccando quel salto mortale capace di condurlo dall’informità del “reale” alla consistenza e alla leggibilità del “vero”. Ed è solo così che una vicenda singola si trasforma in uno specchio in cui tutti i lettori possono intravedere qualcosa che non conoscevano direttamente, eppure li riguarda. L’anniversario è un romanzo avvincente e originalissimo, che colpisce chi legge come un pugno nella testa e nella pancia. Bajani non sente il bisogno né di condannare, né di perdonare, e ci racconta quanto sia impervia e necessaria la via del riscatto.»
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Anno edizione:2025
I genitori non si scelgono, si lasciano
È calma, ma non rassicura, la scrittura di Andrea Bajani. Con voce misurata, chirurgica, inopinatamente controllata, l'autore ripercorre la sua dolorosa vicenda familiare, racconta dei suoi genitori, del padre tirannico e della madre sottomessa, dell'asfittico, opprimente ambiente domestico in cui è cresciuto e da cui, a un certo punto della sua vita, ha deciso di fuggire. Da dieci anni, dice, non ho contatti con loro, ho cambiato casa, numero di telefono, città, ho fatto perdere le mie tracce. Sono stati gli anni migliori della mia vita, conclude. Leggendola, questa biografia essenziale, fatta di momenti quotidiani, di quotidiani soprusi, di silenzi, di parole d'ordine sottintese e reiterate, ci si chiede come faccia ad avere quella voce, a mantenere la calma, a raccontare senza strepiti, senza picchi emotivi, una vita così. Leggendolo, questo racconto che sembra depurato dalle emozioni, ci si sorprende emozionati. E la scelta così radicale, definitiva, di abbandonare per sempre le proprie radici, oltre allo scandalizzato sconcerto, suscitano, è difficile ammetterlo, ammirazione per il coraggio, e un pizzico d'invidia.

Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Dedi 12 agosto 2025Festa mancata
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Federica 12 agosto 2025Da capire
Prima volta che leggo un libro di Bajani, la scrittura in sé è molto chiara e scorrevole. Il tema del libro è ridondante e non si sviluppa una trama, è tutto basato sulle sensazioni dell'autore, a volte si ha una sensazione di angoscia e malinconia. Forse non lo consiglierei come primo libro.
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Danila 05 agosto 2025inutile
Come scritto ho trovato questo libro a tratti noioso, poco approfondito nel racconto,a tratti ripetitivo Quindi lettura che alla fine non mi ha lasciato molto Peccato le premesse erano ottime
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