Antropologia minima del piacere
"Prima il dovere e poi il piacere!". Chi non si è sentito dire questa frase nella vita? E chi, anche, non l'ha ripetuta a sua volta a qualche bambino o adulto che indulgeva in comportamenti che procrastinavano "le sacrosante cose da fare"? Che il piacere sia una nozione altamente "moralizzata", che venga cioè declinato prevalentemente con il verbo "dovere" sembra possa dirsi come un "fatto" della nostra cultura. Questo lavoro vuol invece inaugurare l'avvio di un programma di ricerca che contempli il piacere quale segno fondamentale per un essere vivente che interagisce con un ambiente. È attraverso la "sensazione" di piacere che un individuo viene informato che la sua avventura nel mondo sta andando verso la realizzazione della felicità per sé e per gli altri. L'autore ritiene sia possibile unificare le varie teorie motivazionali a partire da un principio organizzatore articolato su potere e piacere. Nel libro si propongono altresì le prospettive applicative dei principi di piacere e potere. Seguire il piacere come principio informatore della propria azione sul mondo e favorire il senso di auto efficacia, come vissuto di potere esercitato sull'ambiente, costituiscono due direzioni ispiratrici delle possibili azioni pedagogiche e andragogiche a cui attingere.
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Anno edizione:2009
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