Apologia della cattiveria
La cattiveria ha molti detrattori, né potrebbe essere diversamente. Se lo merita nella maggiore parte dei casi. Talvolta un po' meno. In questo libello l'Autore dà la parola alla cattiveria, offrendole l'opportunità di difendere sé stessa da accuse ingiuste, e di presentare le sue "buone" ragioni contro i professionisti della bontà: solidaristi e buonisti di ogni colore, che sfruttano i nobili sentimenti umani a fini politici. Essa, nella sua autodifesa, tenta anche di smontare un consolidato errore di persona che fa confondere la cattiveria con qualche cosa che può somigliarle, ma che non ha nulla a vedere con lei. E solo non dimenticando che la vita umana si regge su due diversi codici morali - il privato e il politico - si eviterà di scambiare per cattiveria quel che invece, il più delle volte, è "buon governo".
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Anno edizione:2003
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