Recensioni Appetricchio

Appetricchio di Fabienne Agliardi

Situato sul fianco di una montagna, non lontano dal mare, separato dal resto della vallata da un ponte malfermo che gli abitanti non attraversano mai, Appetricchio è il posto dove tornare per far pace con noi stessi e capire chi siamo. È qui che è nata Rosa, la madre di Mapi e Lupo, gemelli di Brescia che ad Appetricchio hanno trascorso tutte le vacanze della loro infanzia. In paese vivono personaggi stravaganti: la maggior parte di loro si chiama Rocco, in onore del santo patrono, nessuno ha un cognome e ognuno parla un dialetto che sembra una lingua straniera, strana e imprevedibile. Andando in auto verso Appetricchio, i protagonisti ricordano con nostalgia le avventure semplici e i rapporti genuini vissuti in quel posto che è sempre rimasto nei loro cuori, fino a svelare, con un inaspettato colpo di scena, il motivo che li ha tenuti lontani per un periodo così lungo della loro esistenza. Un romanzo unico e originalissimo, dall’atmosfera avvolgente e piena di rimandi, capace di creare un sentimento nostalgico di forte immedesimazione con la descrizione del paese sospeso nel tempo che qui assume una valenza quasi universale. Diverso a ogni pagina, in grado di sorprendere il lettore con il suo stile pirotecnico e le sue vivaci trovate linguistiche, Appetricchio è un libro spiazzante e soprattutto una lettura appassionante in cui chiunque potrà ritrovarsi.

Proposto da Luca Doninelli al Premio Strega 2024 con la seguente motivazione:
«Un libro di rara felicità narrativa e linguistica, che ha già ottenuto molti importanti consensi. [...] Vitale ed esilarante, antiglobalista per vocazione, “Appetricchio” è un godibilissimo incontro fra la nostra curiosità naturale e ciò che chiamiamo l’altro, un’ironica scoperta della Differenza, che spesso si trova non agli antipodi ma a pochi passi da casa nostra, se non in quella parte di noi che abbiamo voluto dimenticare.»

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