Archeologia classica. Vedere il tempo antico con gli occhi del 2000
Per Andrea Carandini è necessario che l'archeologo (ed è soprattutto ciò che devono fare i giovani archeologi senza preconcetti) si depuri d'ogni residuo classicistico e che sappia ricostruire il passato a partire da un presente in evoluzione perenne. I metodi d'indagine e le realtà trascorse non sono da considerarsi concetti e dati stabili, ma problemi le cui soluzioni si perfezionano nel tempo, restando pur sempre provvisorie. L'autore dipinge un insolito affresco dell'archeologia del mondo antico, che mira a destabilizzare tradizioni di studio congelate e istituzioni accademiche e amministrative vetuste e deteriorate. "Essere giusti" verso il passato è possibile oggi soprattutto se si è mentalmente oltre l'antichità: "tanto meglio capiremo gli antichi quanto meno fuggiremo dalla realtà loro preferendo l'"ideale classico", quanto più riusciremo a creare nuove possibilità di vita dalle quali più acutamente osservarli nella stranezza più che nella familiarità dei loro costumi".
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Anno edizione:2008
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