Loriano Macchiavelli ci dipinge la Bologna che cambia e lo fa attraverso Ugo Poli. Questurino completamente diverso da Antonio Sarti. Affetto da zoppia e messo all'archivio, rifiuta la pensione e prenderà in mano, alla sua maniera, un caso irrisolto che coinvolge il mondo del cinema e la politica. Non lesinerà insulti a Sarti, del quale non ha assolutamente stima, contravvenendo anche agli ordini di Raimondi Cesare! Un bel romanzo che racconta senza remore la società che cambia! Da leggere assolutamente!
L' archivista
I colleghi della questura di Bologna lo chiamano lo Zoppo, ma attenti a non farsi sentire, per non essere colpiti dal suo immancabile bastone. L'incidente gli ha massacrato la gamba destra, ma non l'ha persuaso al pensionamento anticipato: d'altronde per essere un buon investigatore non servono gambe, serve testa. Però il suo superiore Raimondi Cesare, lo stesso di Sarti Antonio, lo ha confinato a protocollare pratiche. E Poli Ugo si vendica, indagando a titolo del tutto personale su casi archiviati come insoluti, tra cui quello di uno scippatore che ha derubato una ragazza ed è fuggito a bordo di un'auto con la targa di una città inesistente. Impossibile trovarlo, sostiene Sarti Antonio, ma Poli Ugo non è d'accordo. La sua inchiesta non autorizzata si svolgerà con metodi investigativi al di fuori di ogni regola. «Sarti Antonio, sergente, non sa fare miracoli perché in questura non glielo hanno insegnato ancora e cosí, dopo una decina di giorni dall'incidente, butta il rapporto, completo di firme e timbri, come da regolamento, sul tavolo dello Zoppo ed esce dall'ufficio. Non dice neppure "buongiorno" e non perde tempo a spiegare di che si tratta. Un po' perché è sempre noioso spiegare i motivi per l'archiviazione di un caso non risolto, e un po' perché non gli riesce proprio di parlare con quel tipo; non c'è possibilità di dialogo. Lo chiamano lo Zoppo, ma in realtà ha un nome, un cognome e una qualifica: Poli Ugo, vice ispettore aggiunto».
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Riccardo Sabbioni 01 marzo 2017
Stavolta non è Sarti Antonio il protagonista principale ma bensì Poli Ugo, "lo zoppo", un personaggio già apparso in maniera marginale in altri romanzi della saga del questurino bolognese. Lo zoppo, relegato in un buio archivio della questura a causa di un incidente in servizo che gli ha macciullato la gamba, si prende le sue rivincite risolvendo, con modi spesso odiosi ed intimidatorii , i casi che i suoi colleghi gli fanno archiviare come irrisolti. Il solito originale, piacevole e divertente giallo di Macchiavelli. Consigliatissimo!
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