L' armadio di Satie - Sebastiano Vilella - copertina
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L' armadio di Satie
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Descrizione


Erik Satie, genio visionario della musica. Pierre Lacombe, anarchico ricercato dalla polizia. Suzanne, la sua giovanissima fidanzata. In una Parigi notturna di inizio '900, il loro incontro dà vita a una misteriosa catena di eventi. Sebastiano Vilella disegna atmosfere sospese tra realtà e sogno, mescolando fatti storici e finzione in un noir onirico e incalzante: un omaggio al compositore e pianista francese, uno dei giganti della cultura europea.

Dettagli

10 novembre 2016
138 p., ill. , Brossura
9788876183225

Valutazioni e recensioni

  • Massimo Silva

    Teatro della scena è l’Armadio di Satie, il fantomatico appartamento di Rue Cortot, 6 a Montmarte, composto di due piccole stanze, delle quali solo una veniva abitata dal musicista, mentre l’altra venne tenuta misteriosamente chiusa a chiave fino alla fine dei giorni del geniale inquilino. Gli amici scopriranno, in seguito, che essa conteneva una vasta collezione di ombrelli, mai utilizzati. L’armadio di Satie è una storia che coinvolge per l’abilità dell’autore di mescolare realtà e fantasia, piani temporali e spaziali. Nella scrittura e nei disegni di Vilella, Erik Satie incontra quasi per caso l’anarchico-insurrezionalista Pierre Lacombe, personaggio di fantasia che da Satie viene però scambiato per Leo Ferré, cantautore e poeta fieramente anarchico. Il patto narrativo che il lettore stringe con Vilella è non curarsi della cronistoria, fidarsi dei piani temporali sfasati che l’autore architetta per il suo mystery. Le vignette ci portano in una Parigi degli anni Cinquanta, eppure trasudano particolari bohémien quando la camera è puntata sull’appartamento fitto di oggetti, spartiti e ricordi di Satie. La costruzione narrativa è originale, incentrata su diversi piani spaziali: il commissariato da cui Piquet e i suoi uomini indagano sul latitante Lacombe, la decadente villa nei sobborghi di Coulancourt in cui Suzanne Doisneau, amante dell’anarchico, abita con la sorella tetraplegica, e infine l’armadio di Satie, che pur essendo il luogo più angusto di tutti è quello più interessante, in cui si concentra il cuore del libro. I luoghi affascinano, caratterizzano le figure che vi si muovono, ammaliano, accompagnano. Per ogni inquadratura dei personaggi frontale o di profilo, troppo statica e malinconica nelle marcate linee a carboncino irrorate di verderame che caratterizzano lo stile di disegno di Vilella, c’è un’ambientazione che invece vive, respira, dà un animo all’intreccio. Proprio qui risiede la forza della storia, il suo carisma sul lettore: nei luoghi. Fogne, piazze, camere da letto e perfino la Tour Eiffel parlano per i musicisti e per gli anarchici, per gli innamorati e per gli uomini di legge. Su tutto una pioggia che nessuno riesce a fermare, come fosse un’idea o un canto rivoluzionario. Una grapich novel del cui acquisto non sono assolutamente pentito anzi, pezzo pregiato della mia libreria.

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