L' arte di morire - Paul Morand - copertina
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Letteratura: Francia
L' arte di morire
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Descrizione


"I grandi monarchi si irritavano quando si "deteriorava" il loro materiale umano. Luigi XIV confiscava i beni dei colpevoli di suicidio e Napoleone lanciò un ordine del giorno nel quale si proclamava che ogni soldato che si uccide è un soldato che diserta. Ma l'ondata romantica dilagò in Europa e fece predominare l'individualismo: ogni uomo fu riconosciuto artefice del proprio destino, compresa la morte. Il suicidio sfuggì ad ogni legge penale e si espanse: divenne banale, facile, viziato di democrazia, ed entrò in letteratura". Flaubert, Dostoevskij, Wilde, D'Annunzio, Malraux, e altri gli scrittori che nelle loro opere si sono misurati con il tema del suicidio. Morand cerca di comprendere le ragioni di questa "pratica" nella letteratura, i motivi di questa "voluttà della malinconia" e le trasformazioni dei suicidi letterali attraverso i secoli. Se il romanticismo aveva abbellito il suicidio con l'amore o con la speranza di una vita nuova in regioni sconosciute, la disperazione moderna è divenuta "malinconia sterile che fa dei candidati al suicidio gli eredi di Chateaubriand e di Byron, ma senza le soddisfazioni liriche che salvarono questi grandi sacerdoti della letteratura e impedirono loro di passare all'azione". Questo volume contiene due piccoli trattati: "Il suicidio in letteratura" e "L'arte di morire". Morand considera come nel mondo moderno, presi dalla follia del vivere rapidamente, non ci sia posto per il tema della morte.

Dettagli

10 aprile 2008
86 p., Brossura
9788838922732

Conosci l'autore

Foto di Paul Morand

Paul Morand

1888, Parigi

Scrittore francese. Intraprese una brillante carriera diplomatica, culminata con l'incarico di ambasciatore a Berna. Fu vicino agli ambienti della Nouvelle Revue française, ed esordì come poeta nel 1919 con Lampes à arc, seguita l'anno successivo da Feuilles de température. La sua affermazione, però, si deve soprattutto ai racconti di Tendres stocks che potevano contare su una prefazione scritta da Proust. A quella raccolta fecero seguito Ouvert la nuit (1922) e Fermé la nuit (1923). Del 1924 (ma la traduzione italiana è del 1929) è il il romanzo Lewis et Irène. Scrisse poi molte cronache di viaggio, formato che senz'altro valorizzava le sue qualità di prosatore colto e vivace.Scrittore sicuramente legato a mode e temi degli...

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