L’opera prima di Orso Tosco si caratterizza per una scrittura abbacinante e per un’indefinibilità di genere – Fantascientifico? Distopico? Post-apocalittico?: difficile dirlo –, e forse l’unica definizione possibile è quella data dallo stesso autore: «un western apocalittico, in cui invece della frontiera c’è un Hospice per malati terminali, in cui i protagonisti del romanzo aspettano l’arrivo dei cosiddetti Naufraghi». Una cosa è certa, questo romanzo ci stordisce e ci lascia senza parole, un po’ come i Naufraghi di questo romanzo.
Aspettando i Naufraghi
Con uno stile potente e attraverso continui sconfinamenti nel fantastico, Orso Tosco riesce a darci una rappresentazione quanto mai reale delle motivazioni segrete che ci spingono a vivere, fino all’ultimo respiro. E, forse, persino dopo.
Tra i partecipanti a una festa sfrenata che si conclude con un suicidio collettivo, Massimo è l’unico a non premere il grilletto. Eppure la fine è vicina, per tutti. La guerra incombe, e i Naufraghi stanno arrivando. In pochi mesi, quello che inizialmente sembrava soltanto un gruppetto di invasati è cresciuto in modo inarrestabile, tanto da sovvertire l’intero ordine globale. L’unica caratteristica che lega i suoi componenti è l’abbandono di ogni comunicazione verbale. I Naufraghi si esprimono mediante le loro azioni, azioni che sono violente, distruttive, definitive. Per uccidersi o farsi ammazzare, un posto vale l’altro, Massimo lo sa bene. Ma all’ultimo momento decide di trascorrere il poco tempo che gli rimane con Piero, suo padre, confinato all’Hospice San Giuda, un sanatorio incastonato tra le valli di un entroterra che somiglia molto a quello ligure. Massimo non è mai riuscito ad accettare la malattia del padre, ma ora, sentendosi ugualmente spacciato, è lui ad avere bisogno della sua presenza. Un analogo cambio di prospettiva consentirà anche agli altri abitanti dell’Hospice di resistere al peso della disperazione. Che si tratti del Dottor Malandra, timido chirurgo morfinomane; di Guido, infermiere, alcolista, ultras; di Olga, suora in lotta contro la felicità e contro il proprio passato, tutti comprenderanno l’ultima, possibile verità: che ci può essere speranza senza speranza.
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Anno edizione:2018
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SILVIA PAGANO 22 gennaio 2019
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