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L'assassinio di Pont-Rouge è un libro dimenticato sia in Francia, dove è rimasto nell'ombra per molto tempo dopo il suo successo iniziale, sia in Italia, dove in realtà non è mai arrivato. Eppure, il romanzo ha probabilmente ispirato i più grandi autori francesi dell'Ottocento e non solo. Spesso, gli elementi reali e sovrannaturali si uniscono all'interno della stessa opera, motivo per il quale Barbara viene considerato come uno dei precursori del realismo magico.
Parigi. Rodolphe e Max, amici e artisti bohèmien, parlano di arte e di vita. Durante la conversazione, Max confessa di avere un'infatuazione per una donna, la signora Thillard-Ducornet. Si tratta della sua vicina di casa, una giovane vedova di un agente di cambio, annegato nella Senna. Successivamente, mentre passeggia in un parco, Max si imbatte in Clément, un amico di gioventù. Si stupisce nel trovarlo molto cambiato: è ben vestito, ma sembra nascondere qualcosa. Qualcosa che ha a che fare con il passato, forse, e che lui e la moglie cercano disperatamente di dimenticare... Ma la coscienza presenterà il conto a Clément e a sua moglie, prendendo le sembianze inquietanti del loro primogenito.
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Recensione di “L’assassinio di Pont-Rouge” di Charles Barbara edito Abeditore Un caso archiviato come suicidio, un agente di cambio indebitato che, schiacciato dal senso di colpa, pone fine alla sua vita. Nessuna indagine, nessun dubbio. Ma cosa c’è di più rivelatore della coscienza umana? Questo breve racconto rivela la maestria di Barbara sin dall’inizio. Lo stile appare, in principio, leggero quasi frivolo - più adatto a un racconto comico - mano a mano però che ci si addentra nella vicenda, la prosa cambia: diventa grave, pesante, nera. Il lettore non ha dubbi su ciò che è successo, non bisogna scoprire il “chi”. Quello che affascina è il decadimento, prima morale e poi fisico, del “chi”. Come ne “Il cuore rivelatore” di Poe il climax non lo raggiungiamo con il compimento dell’atto ma con gli avvenimenti successivi. Parlando dell’edizione, quelle di Abeditore sono sempre ricche di magnifiche illustrazioni e curate nei minimi dettagli. Ottima la tradizione di Margaret Petrarca. Da leggere!
Il romanzo in sé l'ho giudicato sufficiente: vicenda e personaggi interessanti, un po' disarmonico nella narrazione e troppo intriso di moralismo e provvidenzialismo. Una stella in più per la sua importanza letteraria, ben descritta nella nota conclusiva dalla traduttrice. È, ahimè, il primo libro della ABEditore con un po' di refusi. E, visto che oggi sono brontolone, sarebbe ora che venisse usata carta certificata.
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