Primo lavoro ufficiale della carriera solista di Van, ne rappresenta anche la vetta artistica e creativa. Dopo questo album il cantante irlandese sfornerà altri capolavori, ma non riuscirà più ad eguagliare tale splendore. Registrato sembra in due sole notti con musicisti di estrazione jazz, Astral Weeks è un enorme flusso di coscienza in cui Van Morrison improvvisa sia musica che parole. La struttura delle canzoni infatti è semplice, le melodie costruite su una manciata di giri di accordi sui quali i musicisti possono sfruttare la loro estrazione e improvvisare liberamente. Ne risultano delle canzoni non canoniche prive della struttura strofa ritornello, melodie dilatate nello spazio e impreziosite dai ricami del flauto e dallo splendido lavoro di basso acustico di Richard Davis. La voce di Van sembra perdersi in questo groove seguendo melodie lontane, astrali, improvvisa anch’essa, si sofferma su una determinata parola ripetendola come un mantra, cambiandone l’intonazione, cercando e trovando l’ispirazione per le parole che seguono. Quello che Van ci regala in meno di cinquanta minuti è pura magia, musica che scalda il cuore e ci cura l’animo, un capolavoro che non deve mancare in ogni discoteca che voglia chiamarsi tale.
