Il ritorno dei bardi era senza dubbio attesissimo, molti erano i dubbi su quale direzione il combo tedesco avrebbe potuto prendere. Ritorno al passato (somewhere e imagination)? Ritorno alla complessità e pomposità di un album come a night of the opera (da molti bistrattato ma che personalmente reputo un quasi capolavoro)? Oppure avrebbero continuato sulle scialbe coordinate dell'ultimo e preoocupante a Twist in the myth? Be alla fine ci troviamo anzitutto davanti ad un album classicamente blind guardian, quindi un album vario e complesso, che cresce ascolto dopo ascolto non volendo saperne di uscire dallo stereo, e che rappresenta una summa del periodo che va da imagination ad a night of the opera, pur aumentando la componente orchestrale/sinfonica della band. Quest'ultimo aspetto si accentua nella opener "sacred world" e nella conclusiva"wheel of time". In generale nell'album abbia una notevole varietà passando da pezzi con influenze speed/trash (tanerlon) alle solite ballate poetiche (curse my name). Non ci sono pezzi deboli, ma tutti sono in grado di risplendere di luce propria. Eppure non tutto è perfetto. Il primo grande difetto sta nel fatto che se è vero che tutti i pezzi sono pregevoli, mancano a mio giudizio delle vere "hit" , dei pezzi favolosi, trascinanti e anthemici come da tradizione del guardiano cieco. Il secondo difetto è nella voce di Hansi che in certi momenti è talmente forzata e al limite delle sue possibilità da dare fastidio (su tutte certe parti di ride into obsession). Ma questi sono in fondo dettagli, la realtà è che i veri blind guardian sono di nuovo tra noi, pronti a riprendersi il trono della scena power metal! Voto : 7,8/10
