Ero curioso. “Felici i felici” mi aveva quasi ipnotizzato per quello sguardo lucido, gelido, spietato e naturale dell’autrice. Babilonia conferma di uscire dalla penna di una mente superiore e originale. All’inizio non sai dove ti porterà. Perché i collegamenti mentali di Elisabeth sono imprevedibili. Una foto, un ricordo, una persona, una sensazione trasportano la narrazione un po’ ovunque. Sebbene i fatti si svolgano in un tempo e un luogo circoscritti. All’improvviso l’evento tragico. Un omicidio. E le fasi successive (un po’ anche quelle prima in realtà) hanno un registro misto di tragico e grottesco. Forse addirittura comico. Ma tutto con la funzione di sottolineare la solitudine che spesso si vive in relazioni amorose e l’apparente banalità di alcuni rapporti di coppia. Solitudine lenita da chi non ti aspetti. Un’amica estranea si lascia coinvolgere in una vicenda drammatica e surreale quasi per una compassione, che si fatica persino a giustificare. Perché la potrebbe inguaiare seriamente. Il fatto che la scena clou sia rivissuta più volte contribuisce a accentuare quell’effetto comico/tragico che è reso con una maestria incredibile. Non delude mai la Reza.
Babilonia
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In un posto chiamato Deuil-l'Alouette (che, tradotto alla lettera, sarebbe «Lutto-l'Allodola»), un posto qualunque nella periferia di Parigi, una donna qualunque, con un buon lavoro, un marito, un figlio, una sorella e dei vicini di casa, si lascia coinvolgere, nel corso di una strana notte di quasi primavera, in una faccenda che potrebbe costarle assai cara. Per affettuosa solidarietà con un uomo di cui non sa molto, tranne che è solo, profondamente solo. O forse perché, di colpo, ha voglia, foss'anche per un'ora, di respirare fuori dalla soffocante banalità del quotidiano, di farsi un giro «on the wild side» - di immergersi in una «dimensione di tenebra». Tirando le fila di una vicenda in cui il comico e il tragico si mescolano in maniera inestricabile come in una sorta di perverso vaudeville, Yasmina Reza dà voce alle angosce più segrete, e mette in scena il suo beffardo teatrino della crudeltà scavando ancora una volta in quello spazio di connivenze e mostruosità che può diventare la coppia; e ci ricorda che - non diversamente dagli ebrei, che «sulle rive dei fiumi di Babilonia» sedevano e piangevano «al ricordo di Sion» - ciascuno vive in esilio: da se stesso, da ciò che avrebbe voluto essere, e dagli altri.
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Autore:
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Collana:
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Anno edizione:2023
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Formato:Tascabile
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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Baghy 11 ottobre 2025Una penna guidata da una mente superiore
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Annabella 22 gennaio 2022
Ho acquistato questo libro facendomi influenzare dalle recensioni molto buone e alla fine la storia ha deluso un poco le mie aspettative!
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FEDERICA CUCCHI 10 maggio 2018
Una vita ordinata e ordinaria, alla ricerca di una qualche forma di evasione viene travolta da un atto irreparabile, a prima vista "semplice" da giudicare, ma che metterà in crisi l'equilibrio su cui si regge la vita della protagonista ed il suo matrimonio. Non sempre facile da leggere, a differenza di "Felici i felici", ben più fluido nello stile, incarna tuttavia, con questo stile, il malessere di una certa classe sociale, che pare avere tutto tranne gli stimoli per dare un senso alla vita quotidiana.
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