La bambina che amava Tom Gordon

Mi aspettavo forse più dettagli nel finale del romanzo ma è stata comunque una piacevole lettura, piuttosto veloce (libro corto rispetto allo standard del Maestro), protagonista simpatica anche se un poco più matura per l'età attribuitale. Consigliato.

La bambina che amava Tom Gordon di Stephen King è una storia che unisce tensione, coraggio e crescita personale in modo magistrale. Diverso dai classici horror dell’autore, questo romanzo è una metafora potente della paura e della resilienza. La protagonista, Trisha, una bambina di nove anni che si perde nei boschi, diventa il simbolo della lotta interiore contro il panico, la solitudine e il senso di impotenza. La sua unica compagnia è la voce del suo eroe, il giocatore di baseball Tom Gordon, che rappresenta la speranza e la forza di resistere anche quando tutto sembra perduto. King riesce a creare un’atmosfera claustrofobica e poetica allo stesso tempo, dove la natura diventa quasi un personaggio vivo, a volte nemico e a volte madre. È un libro che parla di paura, fede e determinazione, con una profondità psicologica che emoziona e spinge a riflettere sul potere della mente nei momenti di crisi. Da psicologa, ho apprezzato moltissimo la rappresentazione realistica delle emozioni infantili e del modo in cui la fantasia diventa un meccanismo di sopravvivenza. Un romanzo che commuove, inquieta e ispira, dimostrando che il vero coraggio può nascondersi anche nel cuore di una bambina.

Poco noto, questo romanzo narra la storia di Trisha, 9 anni, che si perde nel bosco ed è accompagnata solo dall'ascolto delle partite della sua squadra preferita e dal suo eroe. Più di 200 pagine descrivono oltre ai dolori fisici, le sue emozioni e paure; non essendoci dialoghi, per qualcuno può risultare noioso, ma io l'ho apprezzato perché non avevo mai letto nulla di simile. Il terrore e l'angoscia aumentano pagina dopo pagina e non vedi l'ora di sapere come va a finire. Sicuramente un libro diverso da tutti gli altri!