Il bambino dalle uova d'oro
Raccogliendo nel 1974 interventi apparsi nell'arco di circa un decennio, Elvio Fachinelli additava proprio negli scarti e nelle devianze di un "procedere asistematico" le ragioni della loro intima coerenza. Snodi decisivi della psicanalisi, e più in generale dei mutamenti della società contemporanea, vengono anzitutto affrontati attraverso chiose e commenti a testi di maestri quali Freud, Reich, Benjamin o a narrazioni di pazienti: il saggio di Freud sulla "negazione", ad esempio, consente a Fachinelli di rileggere con magistrale acutezza il "disagio della civiltà" e il rapporto tra "analità" e "denaro" (da cui il "bambino dalle uova d'oro" del titolo) , mentre il referto clinicamente delirante di una paziente psicotica, Rose Thè, è sorprendentemente eletto a metafora dell'ambiguità dell'utopia sessantottesca, fondata su "intelaiature ideologiche" già obsolete all'atto di nascita. E anche laddove lo sguardo si appunta su temi disparati e in apparenza eccentrici - dai deficit delle politiche per l'infanzia all'identità dei "travestiti" e dei loro clienti, dal marxismo in Cina alla lettura in prospettiva freudiana e lacaniana dell'Otello di Shakespeare o della Lettera rubata di Poe -, sempre riaffiorano e si impongono possibilità interpretative inattese e interrogativi radicali sulla psicanalisi stessa.
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Anno edizione:2010
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