L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Altre offerte vendute e spedite dai nostri venditori
Tutti i formati ed edizioni
Anno edizione: 2021
Anno edizione: 2021
Promo attive (0)
Libro candidato da Alessandro Perissinotto al Premio Strega 2022
Un racconto componibile e intermittente che saltabecca tra le varie epoche della vita del protagonista – che sono anche le epoche della nostra storia recente e, forse, le epoche della vita di tutti noi – e ricostruisce la realtà attraverso l'incontenibile immaginazione di un bambino straordinario.
L'infanzia è tutto tranne che infantile.
Il piccolo Berg vive in una città del Nord con la madre professoressa. Ha molti nomi inventati e da un certo punto in avanti anche una sorella (immaginaria?). Ha un padre che possiede un Maggiolino giallo a pois rosa e gli insegna i nomi degli alberi e dei funghi. Ha dei nonni di città che lo educano all'uso filosofico degli agnolotti e alla contemplazione del Meccano. Ha dei nonni di mare che lo accompagnano nella crescita, da una cucina con finestra sulle onde e da uno sgabuzzino magico. Berg cresce rimodellando la realtà, in un travaso continuo di immaginazione, e così attraversa l'infanzia, l'adolescenza e l'età adulta. Da bambino ha molti "nemici", conosce man mano il pericolo metafisico degli oggetti, l'inesorabilità dei pensieri altrui, gli anni di piombo; da ragazzo – stupito e incredulo – l'amore e il risveglio di un'intera città industriale; da adulto la forza e l'abbandono, l'affollamento muto e una solitudine che continua a sfrigolare con le sue molteplici voci interiori. Trova Dio in una cabina da spiaggia – poi lo perde in una mensa sotterranea. È un musicista mancato, un commesso in un negozio di dischi, un lavoratore della New Economy nella "città da bere". È comico, goffo, riflessivo e silenzioso, inarrestabile e chiassoso. Berg ha molti nomi e molte età: è lui il bambino intermittente. E questo romanzo è la storia della sua intermittenza, delle sue innumerevoli identità che si richiamano dagli innumerevoli angoli e pianerottoli di una "architettura impossibile". Un racconto componibile e anch'esso intermittente che saltabecca tra le varie epoche della vita di Berg, che sono anche le epoche della nostra storia recente e che sono, forse, le epoche della vita di tutti noi.
Proposto da Alessandro Perissinotto al Premio Strega 2022 con la seguente motivazione:
«"La vita, istruzioni per l'uso". Se si volesse cercare nell'universo letterario un riferimento per l'opera più recente di Luca Ragagnin è nel capolavoro di Perec che lo si troverebbe. Certo, come il titolo lascia intendere, non è su tutta la vita che l'autore si concentra: queste sono istruzioni per l'uso dell'infanzia. Se insisto sulla locuzione "Istruzioni per l'uso" è per sottrarre Il bambino intermittente dalla più logica e immediata delle classificazioni, quella che lo collocherebbe nei memoir: Ragagnin non ci racconta la sua infanzia, ma un'infanzia universale, un'età di scoperta che si estende ben oltre il numero canonico degli anni "fanciulleschi" e che dura fino a quando gli occhi di Berg, il protagonista, rimangono sgranati a osservare stupefatti l'incomprensibilità del mondo. Certo, nella narrazione di Ragagnin sono presenti alcune marche temporali e il lettore che si approssima alla sessantina potrà ritrovare nelle esperienze di Berg le sue stesse esperienze; potrà ritrovare gli oratori, le feste casalinghe degli anni Settanta, i 45 giri, le paure e le leggende metropolitane di quell'epoca, ma il libro, lo ripeto, non è un tuffo nella memoria, è semmai una proiezione verso il futuro, la domanda a cui risponde alla domanda non è "cosa abbiamo vissuto?", ma "cosa abbiamo imparato?", "cosa potremo usare, domani, di tutto quel passato?". Però il contenuto, lo sappiamo, non è che uno degli aspetti di un libro. Un buon contenuto non fa, da solo, un buon romanzo. E qui interviene allora la forza espressiva di Ragagnin e anche in questo, nella girandola di soluzioni linguistiche e grafiche, il paragone con Perec non è affatto azzardato. Pervase da una costante ironia, le quasi settecento pagine del Bambino intermittente, sono sempre vivaci, inframmezzate da canzoni, da trame di vecchi film, da cronache di eventi più o meno immaginari, quasi si trattasse, in forma letteraria, di una di quelle agende adolescenziali sulle quali incollavamo ritagli di giornale, biglietti di concerti e adesivi. Personalmente, detesto il concetto abusato di "opera mondo", ma di sicuro, Il bambino intermittente è un mondo narrativo che il Premio Strega 2022 può prendere in considerazione con interesse.»
L'articolo è stato aggiunto al carrello
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.lafeltrinelli.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare complianceDSA@feltrinelli.it
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore