Questa è Belgrado, in un detto popolare. Il libro non è una guida e, nonostante li sforzi dell'autrice, non riesce a restituire se non in parte la celebre energia della città, che molti visitatori ha contagiato (e continua a contagiare). Proprio questa energia, i suoi profumi, il suo vissuto, la sua atmosfera, fanno sì che Belgrado sia una città facilissima e bellissima da vivere, ma estremamente ostica da raccontare, cosa che comunque andrebbe fatta senza eccedere in reducismi e senza prendere cantonate clamorose come invertire i termini della (abusatissima) frase di Le Corbusier, il quale diceva che la capitale jugoslava "è la città più brutta dl mondo nel posto più bello del mondo": il
Belgrado blues. La città bianca tra mito e visioni
Belgrado è una città difficilissima da raccontare. Così drammatica, così bella. Questo cahier narra una storia d'amore, ma è senz'altro un perfetto e fosco racconto balcanico, un puzzle di riferimenti letterari e cinematografici, un saggio breve e squilibrato, una bussola e una tessitura di musica tzigana. Il blues è importante, accompagna la danza degli amanti a Stari Grad. Iniziatelo abbandonandovi alle leggende e alle scoperte, pagina dopo pagina, iniziate il viaggio.
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Anno edizione:2017
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