Belgravia

Libro ambientato in una Londra di metà ottocento, dove le apparenze e le posizioni in società sono tutto. Personaggi ben definiti e caratterizzati. Molto bello e rilassante in puro stile Downton Abbey.

Finalmente ho finito Belgravia! Dico "finalmente" non perché sia stato pesante o altro, ma perché la storia era diventata talmente tanto coinvolgente da tenermi col fiato sospeso e con il cuore in gola per gran parte del tempo. La storia ruota sostanzialmente attorno ad un unico episodio centrale, i cui effetti continuano a manifestarsi prepotentemente negli anni successivi nei quali è ambientato questo romanzo. Siamo nel 1840, in una Londra in fervente crescita ma rigidamente arroccata nelle sue cristallizzate regole sociali che determinano in maniera decisiva tutte le azioni dei protagonisti. Siamo in compagnia di personaggi magistralmente delineati e orchestrati, che ci sembrano tanto vicini e reali con i loro dubbi e i loro turbamenti, perché dopotutto questi "non sono dissimili dai drammi che oggi mettiamo in atto secondo i nostri costumi". Ci accompagnano per mano in questa storia ricchissima di colpi di scena e smentite. Perché dopotutto il passato non è affatto qualcosa di certo. Perché dopotutto " il passato è terra straniera". Quindi, lo consiglio? Sì, così come era stato consigliato a me. Un viaggio da intraprendere, tra le bianche colonne di marmo di Belgravia.

Un romanzo che, una volta iniziato, non riesci a non finire. I personaggi sono uno più interessante dell'altro e descritti in modo perfetto. La storia è semplice ma piena di misteri e bugie. Servitù, nobiltà e mercanti intrecciano le loro vite e le loro storie. La curiosità e le menzogne condiscono il tutto. La forma e la sostanza duettano. Molto bello!